29Marzo2024

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Criminalità in provincia. Dopo i fatti di Matera, Marconia e Scanzano sorgono alcuni interrogativi

C’è una recrudescenza della criminalità in provincia di Matera, o gli episodi accaduti negli ultimi giorni tanto nel capoluogo di provincia, quanto a Marconia e Scanzano Jonico sono isolati tra loro, ma non per questo meno preoccupanti? 
E’ la domanda che in tanti si fanno a Matera e provincia, un territorio nuovamente balzato agli onori della cronaca per fatti che potrebbero rappresentare un campanello d’allarme. Ci si chiede se i soldi e l’interesse che la nomina di Matera a capitale europea della cultura hanno creato, facciano gola a qualcuno. O se, piuttosto, si tratti di casi non collegati. Le forze dell’ordine indagano a 360 gradi, senza lasciare nulla al caso.
Dopo gli episodi di settembre, quando a Matera un ordigno danneggiò la saracinesca e l’insegna di una pizzeria (settimo episodio di questo tipo in pochi mesi) e a Policoro alcuni colpi di pistola furono sparati da un’auto in corsa verso un locale, negli ultimi tre giorni nuovi fatti hanno riacceso i riflettori.
Martedì mattina 2 malviventi a volto scoperto hanno rapinato in via La Martella un portavalori: bottino 180mila euro. Episodio reso vano da una brillante operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale in simbiosi con i militari della Compagnia di Matera e i colleghi di Tricarico: assicurati alla giustizia 4 individui del napoletano. Caso risolto in quattro e quattr’otto, dunque, ma l’accaduto ha fatto ancora una volta emergere come la nostra zona sia nel mirino di criminali provenienti da regioni vicine. Neanche 24 ore dopo, poi, l’atto vandalico ai danni di Angelo Tortorelli, presidente della Camera di Commercio di Matera e del Consiglio comunale della città dei Sassi: ignoti hanno cosparso la sua auto di un liquido che di solito utilizzano i carrozzieri per sverniciare. E’ il terzo atto intimidatorio ai suoi danni nel giro di neanche 2 mesi: negli altri casi era stata del pari presa di mira l’autovettura di Tortorelli, che ha già sporto denuncia ai Carabinieri.
Non solo Matera, però. Come detto anche la provincia è stata negli ultimi giorni interessata da fatti criminali. A Scanzano Jonico, dove la spending rewiew all’italiana ha da qualche anno soppresso il locale Commissariato di Pubblica Sicurezza e non esiste una Stazione dei Carabinieri, c’è stata l’ennesima rapina. Questa volta è stato colpito un supermercato (è la terza volta negli ultimi anni che l’esercizio commerciale viene “visitato”), dove un malvivente ha atteso i lavoratori all’uscita prima di farsi consegnare l’incasso e, mentre puntava loro un’arma, gli avrebbe chiesto di stare tranquilli perché non sarebbe accaduto nulla se avessero consegnato il bottino. Trattandosi dell’ennesimo caso di rapina in quel centro, la gente è piuttosto spaventata e preoccupata: possibile che lo Stato non riesca a capire che, probabilmente, un avamposto delle forze dell’ordine lì è necessario?
Infine, ma non certo per ordine d’importanza, l’auto incendiata nella notte tra lunedì e martedì a Marconia: si tratta del nono caso in un anno e mezzo e questa volta pare accertata l’origine dolosa dell’atto. In 2 degli altri 8 precedenti, va ricordato, furono incendiate le auto di proprietà della moglie dell’ex sindaco di Pisticci, Vito Di Trani. Che la criminalità abbia alzato il tiro, a Matera e provincia?

Nove auto andate in fumo in un anno e mezzo possono realisticamente rappresentare un allarme concreto? Per i cittadini di Pisticci e Marconia certamente sì, ma ovviamente bisogna capire se gli episodi sono tra di loro collegati. L’ultimo in ordine di tempo, che a Marconia ha mandato in fumo una Fiat Punto alle 3.30 nella notte tra lunedì e martedì in via Milone, potrebbe essere in qualche modo collegato ad un altro incendio, avvenuto sempre in via Milone, ma il 21 dicembre 2015: anche in quel caso andò in fumo una Fiat Punto di colore bianco (come quella dell’altra notte), appartenente tra l’altro ad un familiare del proprietario dell’auto bruciata due giorni fa. Casualità? Le forze dell’ordine, sostanzialmente intervenute in simbiosi sul luogo dell’incendio, proseguono di fatto in piena collaborazione, anche se l’indagine è ufficialmente affidata alla Polizia di Stato del Commissariato di Pisticci, diretto da Domenico Divittorio.
Fonti vicine agli inquirenti, pur non tralasciando alcuna ipotesi, sembrerebbero avallare quella del disaccordo con qualcuno. Insomma, almeno questi due fatti avvenuti in via Milone non sarebbero figli di episodi o di richieste estorsive ma, in pratica, potrebbero essere derubricate a mero sfregio, avvertimento o, ancora, a vendetta. In ogni caso, si tratterebbe di fatti non legati alla criminalità organizzata. E gli altri sette? Su questi, evidentemente, non ci sono ancora sviluppi, se è vero come è vero che non risultano esserci stati indagati o soggetti comunque finiti nel mirino della giustizia. Sullo sfondo, poi, ci sono i due episodi che hanno visto protagonista, suo malgrado, l’ex sindaco Vito Di Trani, allora in carica: in questo caso si è trattato di avvertimento, vendetta o cosa?

Piero Miolla
pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno