25Aprile2024

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Pertusillo color petrolio: cresce la preoccupazione

È allarme in Val d'Agri dove, a giudicare dalle immagini e dai video che circolano da qualche giorno su Facebook, si registra la comparsa di macchie nere nell'invaso del Pertusillo, a valle del Centro Oli di Viggiano.
Sulla questione si attendono ancora dati ufficiali, ma se fosse confermato che le acque della diga sono state contaminate da idrocarburi, come sembra suggerire la loro colorazione in alcuni punti, bisognerebbe subito interrogarsi sui danni provocati non solo all'ambiente ma anche alla salute, considerato che il Pertusillo fornisce acqua ad uso potabile e irriguo anche alla vicina Puglia.
Il fatto potrebbe essere correlato alla fuoriuscita di idrocarburi da uno dei serbatoi di stoccaggio del greggio stabilizzato presso il Centro Oli di Viggiano, di cui si ha notizia da fine gennaio. L'Eni, però, in una recente nota stampa, riferiva che, da attività di verifica svoltesi a partire dal 7 febbraio scorso, dopo il sequestro di un pozzetto nell'area industriale di Viggiano disposto dall'Autorità Giudiziaria, la falda acquifera risultava al riparo da contaminazioni. Il cane a sei zampe avrebbe realizzato, infatti, una barriera per impedire la migrazione del fluido verso l'esterno, anche se, durante l'attività di verifica lungo la direttrice di collegamento dei pozzetti della rete fognaria già oggetto, da giorni, delle operazioni di messa in sicurezza, si era avuta evidenza di una limitata presenza di idrocarburi sulla matrice terreno in prossimità di essi.
La Procura di Potenza, intanto, ha avviato un'indagine che coinvolge la responsabile del Distretto Meridionale (DIME). Sul posto sono intervenuti i tecnici dell'Arpab, che hanno eseguito diverse campionature per le analisi, i carabinieri e la polizia locale di Spinoso e Grumento.

Pubblichiamo di seguito i comunicati stampa di alcuni esponenti politici e portavoce di associazioni locali intervenuti sulla questione.

Domani vertice in Regione convocato da Pittella

Per fare il punto sulle azioni già da tempo avviate dal Dipartimento Ambiente della Regione in collaborazione con i sindaci della zona, anche alla luce delle attività di monitoraggio e controllo eseguite in queste settimane da Arpab sulle acque della diga del Pertusillo, è stato convocato per la mattinata di domani, venerdì, un apposito tavolo di lavoro, con inizio alle ore 10, in sala Verrastro, presieduto dal governatore lucano, Marcello Pittella, accompagnato dall’assessore Francesco Pietrantuono.
Nel corso della riunione, alla quale parteciperanno funzionari e dirigenti del Dipartimento Ambiente e della Presidenza della Giunta regionale, il direttore generale dell’Arpab, Edmondo Iannicelli, si soffermerà sui risultati dei primi campionamenti effettuati e sugli esiti dei contatti posti in essere con Ispra e Acquedotto Pugliese, in modo da consentire alla Giunta di adottare tutti gli eventuali provvedimenti necessari (anche i più forti sul piano amministrativo) per tutelare l’ambiente e salvaguardare la salute umana.

Petrocelli (M5S): 'Il Centro Oli va chiuso'

L'energia prodotta da fossile ha fatto il suo tempo e i suoi danni. Il M5S ha un suo programma energetico che prevede l'uscita dell'Italia dall'economia fossile: è in votazione sulla piattaforma Rousseau e lo attueremo, in casa nostra prima che altrove, dal primo giorno di governo, destinando ad altro uso i 3,5 miliardi di euro di sovvenzioni concesse annualmente alle società petrolifere.
Chiuderemo i pozzi e i relativi centri oli, salvaguardando i posti di lavoro. Perché le attività estrattive inquinano, perché il fossile è a termine e perché, al netto della propaganda sul falso mito del più grande giacimento di idrocarburi d'Europa, l'oro nero lucano, che è l'80% di quello italiano, ha riserve per meno di dieci anni e rappresenta a malapena un misero 7% del fabbisogno energetico nazionale di petrolio (e il 2% del fabbisogno di gas).
Una grave fuoriuscita di almeno 20 mila metri cubi di petrolio sta nuovamente inquinando la diga del Pertusillo, un invaso artificiale sul fiume Agri, di 160 milioni di mc di acqua. Attorno a questo invaso, ci sono un Centro oli - il Cova di Viggiano, esteso per 18 ettari - e alcune decine di pozzi petroliferi. Lo Stato italiano consente le attività di estrazione di idrocarburi nei bacini idrici di ricarica delle 650 sorgenti del fiume Agri, col rischio di determinare un inquinamento irreversibile non solo dell'invaso, ma anche delle falde idriche. E qui il rischio è per i 450 miliardi di litri di acqua che la Basilicata produce annualmente e che rappresentano il vero tesoro liquido di questa terra.
Dopo questo ennesimo disastro, al quale bisogna aggiungere le sei ordinanze emesse l'altro giorno di divieto di prelevare acqua dalle falde attorno al centro oli di Corleto Perticara, sull'altro versante appenninico rispetto alla Val d'Agri, non basteranno più le spiegazioni sempre rassicuranti dell'Eni e degli enti di controllo pubblici. Vogliamo una indagine più completa sui rischi in atto e devono emergere le tante complicità per una scelta economica che si è rivelata fallimentare, oltre che deleteria per la salute umana e ambientale.
Sono stato il primo firmatario della Commissione di inchiesta parlamentare sull'Eni in Senato, che dovrà anche occuparsi di ciò che è accaduto in Basilicata in tema di economia da estrazioni e di impatto ambientale. Dopo questo ennesimo disastro ecologico, il Presidente Pietro Grasso dovrà tirarla fuori dai cassetti del Senato dove è stata parcheggiata. Nel frattempo, ciò che è accaduto in questi giorni sarà materia di integrazione della denuncia alla Commissione europea per inadempimenti del diritto comunitario, in relazione alla Direttiva "Acque", la 2000/60/CE, commessi dallo Stato italiano e dalla Regione Basilicata in Val d'Agri. Denuncia da me depositata a settembre del 2014.

Vito Petrocelli, M5S Senato della Repubblica

Pedicini (M5S): 'Petrolio nel Pertusillo, è emergenza'

Ho appena presentato un'altra interrogazione urgente alla Commissione Ue per denunciare la presenza di petrolio nel lago del Pertusillo.
Si tratta di un disastro enorme che temevo potesse accadere ed è successo. L'allarme lo avevo lanciato più volte e con tutti i mezzi, ma la Regione Basilicata, il governo italiano e la Ue hanno sempre ignorato le denunce presentate.
E' la quinta interrogazione che ho inoltrato in due anni, oltre ad aver fatto numerosi interventi in commissione Ambiente e Sanità del Parlamento europeo.
Bisogna intervenire subito per affrontare l'emergenza. La diga del Pertusillo alimenta vari acquedotti di Puglia, Calabria e Basilicata ed è un patrimonio naturale inestimabile.
La magistratura deve fare al più presto chiarezza e chi ha le responsabilità di tutto questo deve pagare Il M5S metterà in atto ogni azione possibile affinché i responsabili istituzionali a tutti i livelli, compresa la Commissione europea, paghino per questo disastro annunciato.
E' singolare che proprio oggi si sia saputo che la Provincia di Potenza abbia comminato una multa di 800 mila euro all'Arpab perché a ottobre del 2013, al termine di analisi in una contrada di Montemurro, dove ci sono i pozzi di reiniezione di scarti petroliferi, pur avendo rilevato tracce di idrocarburi nelle falde acquifere superiori a quelle previste dal tetto indicato dalla legge, l'organismo del controllo ambientale della Regione Basilicata non avrebbe comunicato lo sforamento della soglia di sicurezza.
Da quanto si è appreso, la Provincia di Potenza, responsabile del procedimento, a distanza di tre anni è venuta in possesso dei rilievi e come previsto dalla normativa ha inflitto una multa all'Arpab di mille euro per ogni giorno di mancata comunicazione.
Una vicenda sconcertante tutta da spiegare che ci auguriamo non miri a fare il gioco dello scaricabarile tra enti pubblici che invece di tutelare i cittadini e l'ambiente si nascondono dietro norme e codicilli.
L'Arpab è un ente pubblico della Regione Basilicata che dovrebbe pagare una multa alla Provincia per non aver operato secondo le regole? E' tutto molto assurdo e c'è sicuramente un corto circuito tra controllori e controllati. E poi c'è da chiedersi con quali soldi verrebbe pagata la multa. Con i soldi pubblici dell'Arpab, che verrebbero sottratti per finanziare gli interventi atti ad intensificare i controlli?
Il governatore Pittella esca dal torpore dei suoi silenzi e inadempienze e si assumi le proprie responsabilità. Si occupi subito del disastro ambientale in corso nella diga del Pertusillo e spieghi cosa c'è dietro la multa all'Arpab della Provincia di Potenza.

Piernicola Pedicini - Eurodeputato del M5S
Membro della Commissione ambiente e sanità

Placido – Barozzino (SEL Basilicata) firmano interrogazione al Ministro dell'Ambiente

"Per sapere - Quali azioni il ministro vuole porre in essere per imporre all'ENI di adottare, finalmente, misure di sicurezza atte ad evitare il ripetersi (frequentissimo) di episodi simili a quelli sopra esposti per chiarire qual è ad oggi la situazione eco-ambientale della Valle dell'Agri interessata alle fuoriuscite di idrocarburi e quali pericoli minacciano la salute delle migliaia di cittadini che vi abitano.

SEL Basilicata
On. Antonio Placido
Sen. Giovanni Barozzino

ScanZiamo le Scorie: 'Subito una moratoria per chiudere i pozzi'

Facciamo appello agli organi di controllo ambientale e sanitario presenti nella Regione Basilicata affinché si accerti con urgenza lo stato e le condizioni del bacino idrico del Pertusillo (PZ), oggetto in questi giorni della presenza di colori oscuri che non assicurano la purezza dell'acqua presente nell'invaso. Chiediamo inoltre che vengano al più presto individuate e rimosse la causa e la fonte che hanno prodotto l'intorbidamento dell'invaso e siano intraprese tutte le azioni a tutela dell'impiego dell'acqua per l'utilizzo potabile ed irriguo da parte dei consumatori senza alcun pericolo per la salute.
Tra la Regione Basilicata e la Regione Puglia nel 2015 sono stati impiegati impiegati 102.277.000 di m3 di acqua per utilizzo potabile e 12.600.000 m3 per utilizzo irriguo.
I Lucani hanno il diritto di conoscere la verità.

Da sempre abbiamo denunciato come ScanZiamo le Scorie i pericoli d'inquinamento che l'attività estrattiva petrolifera avrebbe potuto determinare nella zona della Val D'Agri e non solo.
La produzione di idrocarburi non crea ricchezza sulla Basilicata perché non si concilia con le economie locali che si sviluppano intorno alle produzioni agricole e le attività turistiche che hanno bisogno di un territorio sano e pulito. Non ci sono strumenti di monitoraggio per capire come l'estrazione petrolifera impatti sull'ambiente, la salute e la condizione sociale. E' tutto troppo oscuro. Per questi motivi, prima che sia troppo tardi, l'estrazione petrolifera deve essere interrotta.
Il Presidente della Giunta della Regione Basilicata Marcello Pittella e i Consiglieri regionali devono aprire subito una discussione che porti ad una moratoria di tutte le attività estrattive sul territorio della Basilicata.

Pasquale Stigliani
Portavoce ScanZiamo le Scorie

Perrino e Leggieri (M5S): 'Esigiamo chiarezza sulle cause della marea nera nel Pertusillo'

Nell'ultimo anno si è fatto di tutto e di più per nascondere e lasciar cadere nel dimenticatoio scandali e disastri dell'indotto petrolifero lucano. La vecchia strategia di spazzare la polvere e riporla sotto il tappeto, però, non incanta più nessuno: il cumulo è ormai visibile anche agli occhi di chi non vuol vedere.
Quelli che il Governo regionale ha definito "episodi" sono diventati drammatica "routine": in principio erano le fiammate al Centro Oli di Viggiano (COVA), poi le fumate nere ed infine l'insopportabile olezzo di uova marce. A questo mosaico agghiacciante si è aggiunto un altro tassello: qualche giorno fa un cittadino ha diffuso sui social network delle immagini aeree scattate da un drone, immagini che hanno immediatamente fatto il giro del web, scatenando l'indignazione di migliaia di cittadini. Le foto ritraggono le acque dell'invaso del Pertusillo - il lago artificiale situato nel territorio dei comuni di Grumento Nova, Montemurro e Spinoso, nel cuore della Val D'Agri (a poca distanza dal COVA) - colorate da macchie marrone scuro sparse su tutta la superficie del lago. La sollevazione popolare è stata immediata e la stragrande maggioranza dei commentatori dei social hanno collegato l'inquietante fenomeno di pigmentazione delle acque del Pertusillo alla possibile contaminazione da idrocarburi rivenienti dall'attività estrattiva in atto a pochi chilometri dal lago artificiale, anche in ragione del fatto che, pochi giorni fa, alcuni operatori del consorzio ASI della provincia di Potenza hanno lanciato l'allarme sulla presenza di idrocarburi in un pozzetto a poca distanza dal COVA.
L'invaso del Pertusillo è stato frequentemente al centro delle preoccupazioni di cittadini e ambientalisti: è uno dei principali serbatoi di acqua potabile non solo per la Basilicata ma anche per la vicina Puglia. Eppure in un modo o nell'altro le autorità preposte sono riuscite sempre a sviare l'attenzione dell'opinione pubblica dal problema della reale tutela della salubrità delle acque dell'invaso. Come non ricordare la notevole moria di pesci verificatasi negli ultimi anni: fenomeno che le analisi ufficiali attribuivano, alternativamente, alla presenza di alga "assassina" oppure al riscaldamento globale.
Qualche mese fa, fu il Consiglio Regionale della Puglia a sollevare forti dubbi sui controlli ambientali che venivano effettuati sull'invaso, scatenando quasi una crisi diplomatica tra le due Regioni. In una mozione presentata dal consigliere del M5S Mario Conca ed approvata dal Consiglio, si chiedevano maggiori controlli sull'invaso anche con l'ausilio di ARPA Puglia, stigmatizzando così la "leggerezza" dei controlli effettuati dai competenti organi lucani: "il silenzio (persistente) e le decisioni (tardive) del Governo lucano rischiano di apparire conferme della grave situazione instillando in tal modo la convinzione che si stia incidendo in maniera pesante sulla salute pubblica degli utenti pugliesi". La replica dell'ex gladiatore di Lauria fu piccata e stizzita e portò il Presidente a disertare addirittura un incontro di Coldiretti in Puglia.
Il Movimento 5 Stelle, da parte sua, ha sempre evidenziato la necessità di procedere a seri e attendibili controlli ed ad un'analisi completa e accurata della situazione dell'invaso del Pertusillo. Era il mese di luglio del 2016 quando presentammo una mozione con la quale chiedevamo maggiori e più stringenti controlli su tutti gli invasi idrici lucani. Nel sottolineare l'importanza dell'acqua lucana come vera risorsa del territorio, ci siamo spinti a chiedere specifiche indagini chimiche e fisiche sulle acque del Pertusillo destinate all'uso potabile (ivi compreso lo studio fisico e chimico dei sedimenti), unitamente alla sottoscrizione di un apposito protocollo d'intesa tra Arpa Basilicata e Arpa Puglia, tra i servizi di Igiene sanitaria della Regione Basilicata e Puglia al fine di eseguire controlli congiunti e periodici. Certo, era il mese di luglio e forse il caldo, la voglia di vacanze, hanno indotto il Consiglio Regionale a liquidare la nostra mozione in 20 secondi e senza alcuna discussione.
Peccato davvero che le nostre proposte, come sovente accade, vengano snobbate da un Consiglio Regionale distratto dalle usuali lotte di riposizionamento e di accaparramento di poltrone.
Crisi e faide interne e conseguenti mal di pancia a parte, crediamo sia arrivato il momento di affrontare seriamente le tematiche ambientali innescate dall'indotto petrolifero e pensare seriamente ad una exit strategy dal petrolio: la convivenza con i processi di estrazione si sta dimostrando impossibile ed è palmare l'incompatibilità degli impianti petroliferi con la natura e la geologia del nostro delicato territorio.
Nella giornata di ieri abbiamo inoltrato una richiesta che sollecita ARPAB a rendere note, al più presto, le azioni e le iniziative di monitoraggio realizzate a seguito della diffusione delle preoccupanti immagini del Pertusillo. Difendere e tutelare in ogni modo la nostra fonte di vita, l'acqua, deve contare immensamente più di qualsiasi interesse economico anche connesso al petrolio!

Gianni Perrino
Gianni Leggieri
M5S Basilicata - Consiglio Regionale

Cosimo Latronico (DI): 'Rischio disastro ambientale'

Non si può attendere un minuto, il governo nazionale deve immediatamente intervenire per accertare con gli strumenti di cui dispone lo stato di inquinamento della diga del Pertusillo in provincia di Potenza.
Si tratta di un bacino idrico che invasa 150 milioni di metri cubi di acqua che proviene da 650 sorgenti sotterranee che alimentano il fiume Agri, che garantisce il fabbisogno idrico potabile di 4 milioni di utenti della Puglia e della Basilicata, oltre che le necessità di irrigazione di miglia di ettari di terreni agricoli.
L'invaso e' circondato da 26 pozzi attivi di estrazione di idrocarburi mentre dista a pochi chilometri il centro olio di Viggiano, un impianto facente parte della concessione di idrocarburi conferita ad Eni/Shell nel 2005.
I Ministeri competenti devono intervenire immediatamente di fronte al rischio di un disastro ambientale per tranquillizzare milioni di cittadini pugliesi e lucani.

Cosimo Latronico (DI)

ENI colabrodo, dovrebbe abbandonare per manifesta incapacità

Tanto tuonò che piovve. Alla fine sono riusciti a far arrivare le conseguenze della pessima gestione del Centro Oli fin nelle acque del lago del Pertusillo, con soddisfazione degli amici della Puglia che quell’acqua la bevono.
Cisterne sfondate, pozzetti che perdono, valvole che saltano questo il quadro di una sequenza di incidenti lunga 20 anni. Si dipinge la recinzione ma si perde d’occhio quel che avviene sotto i loro piedi. E tutto ciò mentre è in corso un procedimento giudiziale per accertare analoghe responsabilità di cattiva gestione del processo produttivo. Era stato garantito che era stato effettuato un ripristino con adeguamento tecnologico. Se questi sono i risultati. Malafede o incapacità ?
In entrambi i casi non è più perpetuabile una presenza in questi termini. Quella del petrolio si conferma una filiera oscura e foriera di distorsioni che danneggiano pesantemente i territori. Con un’intera classe dirigente regionale “seduta” sul petrolio, utilizzando il bancomat delle compagnie petrolifere alla bisogna: prima l’Università e la sanità regionale, il bonus carburante o la social card, il dissesto della città di Potenza e, solo ultima in ordine di tempo, la proposta di fiscalità di vantaggio generalizzata su tutto il territorio della regione, per tutto e tutti, senza un disegno, una strategia su come invece possono essere usate le risorse finanziarie rivenienti dalle attività estrattive per costruire una nuova economia pulita.
E invece si giunge alla plastica rappresentazione del passato, l’attività estrattiva, che mette a rischio la risorsa più abbondante e più moderna di cui la Val d’Agri dispone: le sue acque. Violentare il paesaggio della Val d’Agri significa comprometterne l’identità stessa, oltre che la dignità del territorio.
Mentre il resto del mondo vive l’era del fine petrolio, in Basilicata non possiamo continuare a costruirci un futuro con il vuoto al centro.
La sfida anche in Basilicata è convincerCi che una chiave ambientalista sia oggi quella più adatta e credibile per ricostruire un paese migliore, riuscire a far passare il concetto che non vi può essere sviluppo senza qualità ambientale e qualità sociale, che sono ingredienti fondamentali per realizzare, anche nella nostra regione, un progetto atto a trasformare in positivo il rapporto tra economia e ambiente.
Le armi per vincere la sfida di capitale importanza sono: proteggere le aree ricche di biodiversità e gli ecosistemi particolarmente fragili, garantendone la conservazione; fare dell’ambiente naturale, del paesaggio culturale, dell’identità e della coesione sociale, in quanto tratti caratteristici del nostro territorio, i principali elementi costitutivi del nostro sviluppo (dal turismo, all’agricoltura, all’enogastronomia), puntare, con un impegno forte, sul fronte dell’innovazione e della conoscenza che possono essere un valore aggiunto per garantire il successo ai nostri territori.

Legambiente Basilicata