28Marzo2024

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Omicidio Barbalinardo ancora senza movente. Non convince la pista degli stupefacenti

Nella brutta storia di Marconia, in cui due minorenni si sono ritrovati ad essere vittima e carnefice in una età che dovrebbe essere più consona alla spensieratezza, resta l'interrogativo sulle ragioni che hanno determinato l'evento tragico e luttuoso ripreso da tutte le cronache nazionali.
Non è ancora noto il movente di questo delitto. Cosa è accaduto fra i due ragazzi, nel pomeriggio di giovedì 18 maggio in quell'edificio mai completato in via Duca d'Aosta? Sembra ormai acclarato che c'è stata una colluttazione: Matteo ha avuto la peggio, l'altro ha riportato qualche ferita. La storia, purtroppo, si è conclusa male, con un accoltellamento, una serie di pugnalate risultate fatali per il giovane trovato poi domenica pomeriggio dopo la denuncia della sua scomparsa.
Gli inquirenti, sollecitati nella conferenza stampa di  lunedì, hanno fatto riferimento alla pista della droga (la vittima aveva dei precedenti di polizia in questo senso), senza tuttavia escluderne altre. Non va dimenticato che questa storia ha per protagonisti due minorenni, aspetto che eleva ulteriormente gli standard di riservatezza già solitamente alti per i fatti di sangue.
La verità andrebbe forse cercata più nelle parole non dette o scavando in un puzzle di informazioni incomplete, almeno al di fuori delle abbottonatissime attività di indagine. Non risulta che il minore reo confesso, al momento ritenuto unico colpevole, abbia spiegato le ragioni del suo gesto. Si sa che è trattenuto nel carcere minorile di Potenza a disposizione del magistrato essendo le competenze del caso passate alla Procura dei Minori del capoluogo lucano. Incensurato, nell'ambiente giovanile si dice che non avesse nulla a che fare con le droghe e che, anzi, fosse consapevole del loro disvalore. Anche partendo da questo elemento, probabilmente, gli inquirenti provano a mettere a fuoco un movente diverso. Forse fra i due ragazzi vi erano delle questioni aperte, non strettamente connesse con la dimensione droga. Probabilmente, in passato, fra i due si erano già consumati alcuni screzi. Per qualche motivo, in un certo senso, pur essendo ritenuti solo conoscenti e non amici da chi indaga, i due avevano un loro storico, probabilmente negativo sin dall'inizio o forse degenerato in un secondo momento. Fatto è che, quel pomeriggio, erano insieme in quel vano appartato. Per caso? Per chiarirsi? Per affrontarsi?
"Fatti molto personali, che avrebbero fatto covare una profonda rabbia nel giovane assassino" fino "alla sfogo di una rabbia repressa" come ipotizza l'edizione odierna del Quotidiano del Sud.
"Per gli inquirenti, se quella della droga rimane la pista privilegiata (anche se solo la vittima aveva precedenti specifici, mentre l’autore dell’omicidio era del tutto sconosciuto alle forze dell’ordine), non si tralascia assolutamente nulla. Si indaga, dunque, a trecentosessanta gradi e si scava anche sul pregresso, tenendo anche in debita considerazione l’humus, non solo familiare, in cui è maturato il delitto" riferisce invece La Gazzetta del Mezzogiorno.
In attesa di conoscere gli ulteriori sviluppi di questa brutta storia non è ancora chiaro quando verrà effettuata l’autopsia sul corpo del giovane accoltellato, la cui salma si trova ancora all'ospedale di Policoro sotto sequestro giudiziario ed attende di essere consegnata ai familiari per le esequie.

Roberto D'Alessandro