20Aprile2024

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Folla commossa per l'ultimo saluto a Matteo. Chiamano alla riflessione le parole di don Antonio

Palloncini bianchi per l’ultimo saluto a Matteo Barbalinardo, il diciassettenne di Marconia accoltellato a morte da un coetaneo per motivi ancora non del tutto chiariti.
Il funerale del giovane jonico è stato celebrato nella chiesa di San Giovanni Bosco, nella cittadina jonica, piena di gente, tra parenti, amici, conoscenti e semplici cittadini venuti a portare l’ultimo saluto allo sfortunato diciassettenne.
La messa è stata officiata da don Antonio Di Leo il quale, nell’omelia, ha invitato la comunità a reagire di fronte al silenzio: “Dobbiamo abbattere questo muro di silenzio che ci fa perdere il contatto sociale: è il silenzio dell’omissione, dal quale dobbiamo allontanarci perché ci fa dire che, quella situazione o quel fatto, è lontano da me e dunque non mi riguarda. Questo è il silenzio da rompere con una parola forte”, è stato l’ammonimento di don Antonio, rivolto anche a chi spesso “pur avendo bisogno, non ha il coraggio di chiedere aiuto al prossimo”.   Don Di Leo ha poi quasi redarguito Marconia sul fatto che “ci siamo accorti di Matteo solo dopo che è venuto a mancarci.  Dovevamo pensarci prima, accogliendolo tra di noi e non emarginandolo”. Infine, un invito a non demonizzare che ha materialmente compiuto il gesto, cioè il minorenne reo confesso: “Non dobbiamo considerarlo un mostro, ma un nostro”, ha significativamente predicato il parroco, citando non a caso le parole pronunciate da don Tonino Bello in occasione dell’omicidio del sindaco di Molfetta.
Più in generale, la funzione è stata caratterizzata da un alone di tristezza e sgomento per quanto accaduto. Tristezza e sgomento che, nel caso dei genitori e dei familiari, si sono unite al dolore per la perdita di un giovane figlio. Alla fine della funzione, poi, don Antonio Lopatriello ha letto una toccante lettera scritta da Erminia, una delle cugine di Matteo che ha commosso tutti per le parole intrise di affetto e amore verso il congiunto. Alla fine, tra due ali di folla, il feretro ha attraversato piazza Elettra e viale Ontario per poi partire alla volta del cimitero mentre andavano verso il cielo palloncini bianchi.
Alla cerimonia erano presenti anche il vice sindaco di Pisticci, Maria Grazia Ricchiuti, l’assessore comunale al Bilancio, Pino Lettini, il consigliere comunale Maurizio Baratella nonché il comandante della Stazione dei carabinieri di Marconia, maresciallo Arcangelo Minei e rappresentanti della Polizia di Stato.

Piero Miolla
La Gazzetta del Mezzogiorno