25Aprile2024

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Omicidio Barbalinardo: sopralluogo nella palazzina. Si cercano prove della presenza di altri

E’ stato effettuato venerdì scorso, nella palazzina in costruzione su via Duca D’Aosta a Marconia, il sopralluogo tecnico-peritale per l’omicidio di Matteo Barbalinardo, il 17enne ucciso a coltellate da un coetaneo reo confesso lo scorso 18 maggio.
Il team della Procura minorile di Potenza, che coordina le indagini, era guidato dal medico legale Ctu (consulente tecnico d’ufficio), Giacomo Zotti di Salerno. Con lui il genetista forense Ciro Di Nunzio, professore presso l’università di Catanzaro, nominato dal pm per verificare natura e provenienza di tutte le tracce biologiche, sia sulla salma, che sul luogo del delitto.
In particolare, il quesito tecnico del pm Olivieri, nella parte più indicativa, chiede che: “...Presa visione degli atti e del materiale biologico presente sui reperti (anche quelli prelevati dalla Polizia Scientifica nelle ore successive al ritrovamento del corpo ndr), indichi se le tracce siano riconducibili a Barbalinardi, piuttosto che all’assassino e ad altri e non ancora identificati soggetti”.
In altri termini, l’attenzione ed i sospetti del magistrato, si stanno concentrando anche sull’eventuale coinvolgimento e presenza di altre persone al momento del delitto o nelle ore immediatamente successive. Matteo è stato ucciso nella serata di giovedì 18 maggio, ma il suo corpo è stato ritrovato solo domenica 21, intorno alle 14. C’era qualcuno oltre l’assassino quando è stato ucciso? Qualcuno è stato in quella palazzina maledetta dopo l’omicidio?
A queste domande risponderà Di Nunzio, sulla scorta delle analisi delle tracce biologiche prelevate anche venerdì, che saranno effettuate in un laboratorio specializzato di Roma. I tempi saranno abbastanza rapidi, come è stato detto ai legali ed ai consulenti delle parti.
Intorno a mezzogiorno, nella palazzina sono entrati solo i tecnici della Procura, dopo aver indossato speciali tute, per non lasciare le proprie tracce. All’ingresso c’erano gli avvocati Amedeo Cataldo per Barbalinardi, Giovanni Quinto per l’assassino minorenne ed i loro consulenti Luigi Strada per la famiglia dell’assassino e Aldo Di Fazio per quella della vittima. Loro non sono entrati, per non calcare ulteriormente la scena del crimine.
Matteo è stato ucciso nella mansarda della palazzina a tre piani. Dai rilievi di venerdì è emerso anche che il corpo non è mai stato spostato, nè trascinato. Era nudo e coperto da un tessuto non tessuto per l’edilizia. I suoi vestiti sono stati ritrovati in una busta chiusa al primo piano.
Il sopralluogo è durato circa un’ora, al termine della quale i tecnici hanno concluso le operazioni, redigendo i verbali nella Stazione dei carabinieri.
Gli accertamenti sulla scena del crimine non sono ancora finiti, perchè entro le prossime due settimane, il team medico-legale tornerà in via Duca D’Aosta di notte, per poter utilizzare al buio il Luminol e tutte le sostanze chimiche reagenti al materiale biologico, in modo da chiudere definitivamente il cerchio.
La palazzina, infatti, è un rustico privo di finestre e con aperture ai piani bassi solo parzialmente murate. Tanto basta per far entrare la luce e, purtroppo, anche quei ragazzi, che andavano incontro al loro drammatico destino.

Antonio Corrado
pubblicato su Il Quotidiano del Sud