29Marzo2024

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Scippato della sua casa, la famiglia attende ancora giustizia

Una storia incredibile e dolorosa. Perse la casa occupata abusivamente senza che la stessa fosse stata mai restituita. Il proprietario morì un anno dopo, forse di crepacuore. Parliamo dell’anziano pisticcese di 90 anni, Antonio Viggiani, ex tassista milanese, che l’8 marzo 2014 rimase fuori dalla sua abitazione di Marconia occupata in modo illegale da extracomunitari.
Una  vicenda, ricordiamo, che ebbe un eco nazionale e fu ampiamente trattata in particolare da  “Radio 24”, l’emittente  del “Sole 24 ore”, che l’accostava alle occupazioni abusive dell’epoca di case popolari di Milano.
Sono passati ben quattro anni da quel giorno, senza  che  qualcosa sia cambiato in una vicenda che ci si augura non capiti a nessun altro; una storia assurda con vittima un anziano cittadino pisticcese, gravemente malato di Alzheimer (cosa che lo  aveva costretto irreversibilmente su sedia a rotelle), letteralmente “scippato” della sua casa di abitazione di via Scotellaro a Marconia di cui era legittimo assegnatario da decenni.
Una vicenda su cui siamo ritornati più volte.
Il tutto, ricordiamo, si verificò mentre il  Viggiani  trascorreva un tranquillo fine settimana a casa del figlio Giuseppe in contrada San Leonardo.
L’episodio fu consumato nella notte tra il 7 e 8 marzo 2014 senza che l’anziano e malato signore, nonostante avesse protestato e reclamato subito i suoi santi diritti, sia potuto mai più tornare nella sua casa, lontano da cui, morì l’anno dopo.
”Papà ha sofferto tantissimo per la vicenda. E’ stato ospite  a casa mia, accudito amorevolmente, fino alla sua morte – ci ha spiegato suo figlio Giuseppe – Ma in quel lasso di tempo non c’era giorno che non pensava alla sua casa di Marconia ed ogni volta, per lui, si  rinnova una piaga dolorosa, comunque sempre accompagnata dalla speranza che finalmente qualcosa potesse succedere e la stessa le fosse restituita.
Lui viveva per questo e per questo se ne è andato con un grande dolore nel cuore. Ormai – aggiunge il sig. Giuseppe - sono trascorsi 4 anni e nulla è cambiato. Siamo comunque fiduciosi nella giustizia, con la speranza  che i nostri diritti vengano riconosciuti e la casa ritorni alla nostra famiglia. Speriamo che quel giorno finalmente arrivi. Se non altro per far contento papà. Anche se nell’altro mondo”.

Michele Selvaggi