Uno stop forzato, dopo secoli di ininterrotta festività in onore di San Michele Arcangelo, patrono della città. Stop che, oltre ai tradizionali riti civili, (carro, fuochi, luminarie, cantante, bancarelle e altro) non ha permesso nemmeno altre cerimonie legate alla offerta della cera al Santo, da parte del Primo Cittadino e dell’Amministrazione Comunale, per ricordare quel lontanissimo, ma sempre vivo 7 maggio del 1757, il giorno del “Miracolo del grano”.
Non è stata autorizzata, ricordiamo, neanche la prevista “passeggiata” della statua del Santo in automobile, attraverso un preciso percorso cittadino. Insomma, una “3 giorni” rovinata da un subdolo virus che ha infettato il mondo, cosa che ha fatto parecchio male ai devoti pomaricani e non solo, che, attraverso tante, comunque “necessarie” privazioni, non hanno potuto onorare come si deve il loro adorato santo patrono.
Nelle ultime ore però, una notizia che ha destato un certo scalpore e che potrebbe significare solo rimandare la festa che forzatamente non ha avuto luogo, eventualmente al mese di settembre.
Lo aveva ipotizzato e anticipato attraverso una dichiarazione ad una emittente privata, il sindaco Francesco Mancini che, in un certo senso, a noi che glielo abbiamo chiesto, attraverso poche parole, ce lo ha confermato e la cosa è sembrata parecchio beneaugurante: “Avremo tempo e occasione per pensarci. Sempre che – ha affermato - cambiano le condizioni. Altrimenti….”.
Michele Selvaggi