Operazione contro il caporalato in provincia di Matera e Cosenza: arrestate 52 persone. Le reazioni dei sindacati
- Post 10 Giugno 2020
Per 14 delle persone coinvolte é stata disposta la custodia cautelare in carcere, mentre le restanti 38 sono agli arresti domiciliari. A carico di altre otto persone sono stati emessi obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. L'operazione ha anche portato al sequestro di 14 aziende agricole, 12 in Basilicata e 2 in provincia di Cosenza. L'operazione ha riguardato le province di Cosenza e Matera. Gli arresti ed i sequestri sono stati fatti in esecuzione di un'ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal Gip di di Castrovillari, Luca Colitta, su richiesta del pm Flavio Serracchiani. Alle persone coinvolte nell'operazione viene contestato il reato di associazione per delinquere finalizzata all'intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (c.d. "caporalato") ed al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina (ANSA).
Sulla vicenda non sono tardate ad arrivare le reazioni del mondo politoco e dei sindacati:
"L'operazione di oggi della Guardia di Finanza contro il caporalato tra le province di Cosenza e Matera evidenzia la persistenza e la pervasività del fenomeno nel Mezzogiorno nonostante l'inasprimento delle pene e il recente provvedimento sulla regolarizzazione del lavoro nero. È chiaro che il solo contrasto penale non è sufficiente se non si interviene con la medesima incisività nel contrastare alla fonte la cultura della illegalità". È quanto sostiene il segretario generale della Fai Cisl Basilicata, Vincenzo Cavallo.
Per il sindacalista "le sempre più frequenti operazioni delle forze dell'ordine ci dicono che la legge 199 del 2016, da noi fortemente voluta e sostenuta, sta funzionando sul piano del contrasto penale allo sfruttamento e all'intermediazione illecita di lavoratori, ma resta ancora molto da fare nella parte che riguarda la prevenzione e la promozione di una sana cultura d'impresa e del lavoro di qualità".
"Gli stessi dati sulle regolarizzazioni, che sono ben al di sotto delle aspettative iniziali del governo, confermano che c'è uno zoccolo duro di imprenditoria agricola illegale che non intende rinunciare ai vantaggi dello sfruttamento e la stessa pandemia, senza specifici interventi di sostegno da parte del governo, potrebbe far scivolare alcune imprese nella parziale o totale illegalità. Allo stesso tempo va fatto un intervento a valle per riequibrare la distribuzione del valore lungo tutta la filiera agroalimentare e rafforzato il canale della bilateralità per una gestione socialmente responsabile del mercato del lavoro agricolo", conclude il segretario della Fai.
"Gli arresti di questa mattina a seguito della maxi operazione della Guardia di finanza contro il caporalato in Basilicata, che ha portato al sequestro di 12 aziende agricole lucane, è l'ennesima riprova della presenza dilagante della illegalità nella nostra regione. Atti perpetrati da vere e proprie organizzazioni criminali rischiano di connotare l'economia della Basilicata mettendo a repentaglio la tenuta sociale della regione, a partire proprio dallo sfruttamento della manodopera straniera in agricoltura".
A sostenerlo, le segreterie generali della CGIL di Basilicata e di Matera
"È necessario che - si legge nella nota diramata dai presidenti Angelo Summa ed Eustachio Nicoletti - le istituzioni intervengano celermente per garantire il rispetto della legalità. Solo un'azione capillare e precoce sul territorio da parte delle istituzioni può davvero mettere un freno al fenomeno del caporalato.
Ogni nostra richiesta è stata evasa, compresa la lettera inviata congiuntamente al presidente della Regione Vito Bardi insieme a Cisl, Uil, cooperative e associazioni di volontariato proprio sulla situazione già critica nel Metapontino.
È evidente che non si può più aspettare. La Regione Basilicata ha il dovere di mettere in campo tutte le azioni necessarie per mettere fine a questa piaga sociale che in questo particolare momento di crisi, oltre a danneggiare i diritti e la dignità dei lavoratori coinvolti, danneggia quelle aziende agricole che agiscono nel rispetto delle norme.
Gli strumenti ci sono e anche le risorse economiche. Chiediamo pertanto alla Regione un incontro urgente al fine di attuare le seguenti azioni: predisposizione di misure che metta in condizione di sicurezza igienico-sanitarie tutto il complesso mondo dei migranti, formale ed informale, organizzando e programmando interventi specifici per la sicurezza, coinvolgendo le strutture della sanità pubblica e coinvolgendo le organizzazioni non governative impegnate nel campo sanitario internazionale in applicazione delle disposizioni normative, legislative e dei protocolli riguardanti la sicurezza generale e la sicurezza del mondo del lavoro; provvedere urgentemente all'allestimento di strutture di emergenza per l'alloggio temporaneo dei braccianti stranieri che nei territori della Basilicata emanando gli avvisi e i bandi per sostenere i centri di accoglienza dei lavoratori stagionali; attivazione concreta delle risorse finanziarie disponibili per gli interventi rientranti nell'ambito del Progetto SUPREME-PIU, già presentato al ministero del lavoro dalla Regione Basilicata e concordato negli appositi Tavoli presso le Prefetture di Matera e Potenza che prevede interventi sulla logistica, sul trasporto, sulla formazione, ecc.; ulteriore sostegno ai CAS che con l'entrata in vigore del Decreto Sicurezza del 18 ottobre 2018, hanno subito la riduzione sostanziale della quota destinata alla spesa per l'accoglienza per mantenere gli standard adeguati alle necessità richieste; supporto e riconoscimento per le attività di volontariato svolte dagli enti religiosi nei centri di accoglienza e dalle associazioni impegnate nelle azioni di informazione e di prima assistenza sanitaria sia nei centri di accoglienza che nelle aggregazioni informali; nei confronti istituzionali con il governo promuovere e sostenere azioni legislative finalizzate alla regolarizzazione degli immigrati senza permesso di soggiorno presenti sul territorio nazionale e regionale"
Il segretario generale della Cisl Basilicata, Enrico Gambardella, commentando l'operazione della Guardia di finanza contro il caporalato tra le province di Cosenza e Matera, ha detto che "in questa fase di crisi economica e sociale occorre tenere gli occhi ben aperti perché c'è il serio rischio che interi pezzi dell'economia meridionale finiscano nell'orbita della criminalità" e ha aggiunto che "per scongiurare tale prospettiva bisogna accorciare il tempo che trascorre tra il momento della decisione politica e quello della sua effettiva attuazione. Sia sugli ammortizzatori sociali che sulla liquidità alle imprese - ha spiegato il segretario della Cisl lucana - lo Stato non si è dimostrato all'altezza della situazione, lasciando ampi spazi alle infiltrazioni dell'economia criminale". Per Gambardella "occorre un'azione concertata a livello locale per mettere in sicurezza il tessuto sano dell'economia lucana. Su questo punto mi auguro che la Regione non voglia essere sorda alle sollecitazioni del mondo sindacale", ha concluso il segretario della Cisl.