23Aprile2024

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Blocchi lucani:sarà una nuova Scanzano? A Pisticci assalto alle pompe di benzina ed agli alimentari

Anche la Basilicata ha i suoi blocchi stradali che coinvolgono le principali arterie della regione; anche la Basilicata ha i suoi forconi, quelli che si sono incontrati domenica mattina a Policoro e che si sono dati nuovamente appuntamento a Matera, nel pomeriggio di domani, alle ore 17:30, in piazza Vittorio Veneto; anche la Basilicata ha i suoi distributori di carburante svuotati, presi d'assalto in seguito alle prime notizie relative ai presidi stradali organizzati dagli autotrasportatori sulle strade lucane. Già da ieri sera, alcune pompe di benzina del comune di Pisticci, e non solo, hanno esaurito le scorte, altre hanno continuato a funzionare in modalità self-service fino a tarda sera, erogando benzina e diesel speciali per gli ultimi fortunati.
Un pizzico di panico fra i lucani ha così inaugurato una settimana che promette di essere lunga e in cui la Basilicata non mancherà di dare il suo contributo al movimento di protesta nato in Sicilia che, a partire dai giorni scorsi, ha contagiato tutto il resto d'Italia. Lo farà, però, declinando in salsa lucana i motivi della contestazione. Con la nota pubblicata ieri sulla pagina facebook Movimento dei Forconi Lucani, uomini, donne, associazioni, vertenze e movimenti della regione sono stati invitati a scendere in campo “per dire no all'aumento del carburante, al pizzo delle banche e delle esattorie, alle trivelle selvagge nelle nostre terre e nei nostri mari, al sottosviluppo della Basilicata, regione più povera d'Italia, allo sfruttamento del territorio da parte delle multinazionali del petrolio e dei rifiuti, e per salvare la Basilicata da un sistema politico corrotto e incompetente, per tutelare i nostri beni comuni, la salute dei lucani che si ammalano di tumore più della media nazionale, la dignità e la libertà dei lucani”. Ce n'è per tutti, non solo per gli agricoltori e gli autotrasportatori con i quali il movimento solidarizza. Tant'è vero che il neonato gruppo FB “I Forconi Lucani” conta già quasi 900 membri e la relativa pagina piace a 875 utenti. Non mancano, però, le critiche, che si scoprono leggendo i commenti e seguendo le conversazioni sullo stesso social network attraverso il quale i contestatori si sono organizzati. C'è chi definisce incivile il blocco imposto dai camionisti, chi non intravede sbocchi realistici a causa della mancanza di un obiettivo primario, come a dire che protestare per tutto equivale a protestare per niente; chi si chiede come mai il popolo lucano si sia svegliato solo ora.
In ogni caso, col trascorrere delle ore aumenta il numero dei blocchi stradali che si registrano in Basilicata: a quello organizzato ieri mattina sulla statale jonica, tra Scanzano e Policoro, in entrambi i sensi di marcia, si è aggiunta, nel primo pomeriggio della stessa giornata, la fila di tir che sostano a ridosso del capoluogo, sulla Basentana. Sempre da ieri, i “bisonti della strada” hanno spento i motori sulla fondovalle dell'Agri e davanti al Centro Olio di Viggiano, luogo simbolico della protesta lucana dove, in concreto, si impedisce l'ingresso ai tir che trasportano il greggio estratto presso i pozzi petroliferi non collegati agli impianti di idro-desulfurizzazione. Da oggi, invece, si sono accesi focolai di protesta anche a Matera, agli ingressi di Matera Nord, esattamente all'uscita in direzione di Altamura, oltreché all'incrocio della discesa di San Vito. E, al secondo giorno di disagi, già si segnalano problemi di ordine pubblico legati alle proteste dei camionisti che non intendono aderire a tali iniziative.
“Si tratta di presidi spontanei promossi ed organizzati dai camionisti e non previsti nella riunione di domenica”, fa sapere attraverso un commento su facebook Gianni Fabbris, uno degli animatori del Movimento dei Forconi Lucani. “I presidi dei camionisti in corso, fino a questo momento, si stanno svolgendo con modalità per cui passano le persone in auto ma non le merci sui camion. E' la riprova che la situazione è drammatica e che non c'è bisogno di fare strategie a tavolino perché la gente scenda nelle strade. Stiamo prendendo contatto con loro e li stiamo invitando all'incontro di Matera per coordinarci”.
Con la prospettiva che i disagi possano proseguire fino a venerdì, si prevede che anche i supermercati possano esser presi d'assalto per la paura di non trovare nei prossimi giorni i beni di prima necessità. Nel territorio di Pisticci è già accaduto e gli scaffali iniziano ad essere vuoti anche perché nel frattempo non sono potuti arrivare a destinazione i camion con i rifornimenti settimanali.
A proposito dei prodotti agroalimentari, il vice direttore di Coldiretti Basilicata, Vincenzo Tropiano, ha dichiarato questa mattina che “lo sciopero dei tir sta mettendo a dura prova l’intero comparto agricolo della Basilicata, decine sono infatti gli automezzi fermi sulle strade e altrettanti non hanno ritirato i prodotti deperibili presso le aziende agricole. Da un censimento effettuato sul territorio dalla Coldiretti di Basilicata risultano ad oggi bloccati oltre 60.000 litri di latte bovino, che si uniscono ai 10.000 litri di batte di bufala. Oltre 100.000 kg di broccoletti, cavolfiori e altre produzioni orticole aspettano di arrivare sul mercato su mezzi fermi sulle principali rete viarie”.
Gli effetti della protesta si sono fatti sentire anche nel settore industriale: a partire dal turno delle ore 6 di questa mattina, la Fiat-Sata di San Nicola di Melfi, ha fermato la produzione a causa del mancato arrivo di pezzi di ricambio.
In attesa di sapere, domani, come intendono muoversi i Forconi lucani, gli studenti di alcuni istituti superiori del materano - ITCGT “Manlio Capitolo” di Tursi e dell'ITCG “Adriano Olivetti” di Bernalda - hanno annunciato la loro presenza e la loro solidarietà sul gruppo FB, anche questa categoria potrebbe in  breve tempo restare a casa per la difficoltà di rifornimento dei bus.
Forse è ancora presto per parlare di una seconda “Scanzano”, ma la protesta degli autotrasportatori, evoluta in una personalizzatissima salsa lucana, rischia di creare un effetto domino che ha già iniziato a produrre delle conseguenze evidenti.

 

Marika Iannuzziello