18Aprile2024

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Truffa al Comune di Pisticci. Tre condanne e tre assoluzioni dal tribunale di Matera

Nuovi sviluppi riguardo alla truffa milionaria ordita in danno del Comune di Pisticci fino al 2006. Ieri il tribunale di Matera si è pronunciato con una sentenza. Il dispositivo collegiale ha condannato tre persone in primo grado assolvendone altre tre. In un periodo compreso tra il 1999 ed 2006 un sistema illecito aveva portato a sottrarre dai bilanci pubblici oltre un milione e centomila euro. Nel 2006 il meccanismo truffaldino venne scoperto in seguito ad una indagine interna dello stesso Comune poi denunciata alla magistratura. Dopo i patteggiamenti del funzionario comunale Umberto Giorgetti e dell’imprenditore Rocco Famiglietti, confermati nell’aprile 2013, il tribunale di Matera si è pronunciato sui rinvii a giudizio per le altre sette persone coinvolte.  Si tratta dei restanti imputati nel processo penale ovvero Rosario Malvaso (dipendente comunale in pensione) e dei titolari delle imprese Adriano Del Monte, Antonio Caruso, Giandomenico Silletti, Mario Grieco, Gianluca Giannone e Nunzio Iannuzziello, quest’ultimo nel frattempo deceduto, ragion per cui i reati contestati si estinguono.
A vario titolo, in base all’inchiesta sulla truffa, erano state mosse accuse di peculato e falso in atto pubblico.
Con un dispositivo di sentenza emesso lo scorso 20 novembre il tribunale collegiale di Matera, presidente Gaetano Catalani, giudici Giuseppe De Benedictis e Angelo Onorati, ha dichiarato la colpevolezza di Rosario Malvaso, Adriano Del Monte e Antonio Caruso, comminando rispettivamente pene di 7 anni, 7 mesi e 10 giorni di reclusione; 7 anni, 1 mese e 10 giorni di reclusione; 2 anni, 9 mesi e 20 giorni di reclusione. Il tribunale, le cui motivazioni saranno depositate entro i prossimi 90 giorni, ha interamente condonato la pena inflitta ad Antonio Caruso; parzialmente condonato le pene inflitte a Rosario Malvaso per tutti gli episodi anteriori al 2 maggio 2006, nella misura di 2 anni, 4 mesi e 20 giorni di reclusione; parzialmente condonato le pene inflitte ad Adriano Del Monte per tutti gli episodi anteriori al 2 maggio 2006 nella misura di  1 anno, 10 mesi e 25 giorni di reclusione. Malvaso e Del Monte risultano inoltre interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e in stato di interdizione legale durante la pena. Per Caruso una interdizione temporanea di due anni. Per Malvaso e Del Monte risultano estinti alcuni episodi per sopravvenuta prescrizione, mentre c’è assoluzione dei reati di peculato perché il fatto non sussiste.
Assolti del tutto, invece, Mario Grieco, Giandomenico Silletti e Gianluca Giannone, dai fatti di peculato loro rispettivamente ascritti perché il fatto non sussiste e dai reati di falso loro rispettivamente ascritti per non aver commesso il fatto.
Tutte le determine dirigenziali ed i mandati di pagamento  indicati nei capi di imputazione sono state dichiarate false. Saranno da liquidare in separata sede civile, invece, i risarcimenti in solido per i quali pure sono stati condannati Malvaso, Del Monte e Caruso nei confronti delle parti civili costituite.
In particolare Malvaso e Del Monte dovranno pagare in solido una provvisionale di 5000 euro in favore di Giuseppina D’Aranno e Ada Amelia Cataldo. I due, con Caruso, dovranno pagare una provvisionale in solido di 5000 euro in favore di Mariano Santarcangelo, Giovanni Santilio, Leonardo Leone, Giuseppina Pizziferri, Rosa Marrese. Una provvisionale di 10000 euro va in favore del Comune di Pisticci. Condanne sono giunte anche per il pagamento delle spese processuali. Disposta una confisca per equivalente delle somme e dei beni corrispondenti al profitto del reato. Restituite, invece, le somme e i beni già sequestrati alle persone assolte.

“Siamo entusiasti sia sotto l'aspetto professionale che quello umano perché sin dall'inizio della vicenda processuale abbiamo, sia il sottoscritto che il sig. Giannone Gianluca, sostenuto l'assoluta estraneità ai fatti gravi contestati”. Lo dichiara il legale di Gianluca Giannone, avvocato Vito Forte. “Ci siamo prodigati – aggiunge - nell'offrire al collegio giudicante elementi inequivocabili che dimostravano la totale mancanza di qualsiasi complicità all'interno della grave, deprecabile e spiacevole vicenda della ditta Giannone. Abbiamo chiesto ed ottenuto un metro di giudizio sereno che portasse ad una corretta e dovuta distinzione processuale del sig. Giannone con le altre imprese coinvolte: così è stato. Siamo entusiasti del lavoro scrupoloso sensibile ed attento oltre che faticoso svolto dal collegio giudicante perché rende giustizia all'onesta'ed all'immagine oltre che alla nota competenza e professionalità della ditta Giannone. Requisiti, ahimè, che in modo superficiale, artificiale ed anche mi sia consentito con cattiveria sono stati calpestati qualche tempo fa da articoli di stampa e nelle aule di giustizia. È l'unico rammarico che tristemente ricordiamo e che lasciamo gratuitamente agli stessi detrattori. Aspettiamo – conclude Forte - in ogni caso le motivazioni per poter comprendere nel dettaglio le differenze individuate”.

Roberto D'Alessandro