Medico responsabile di evasione fiscale, peculato e truffa. Gdf gli sequestra oltre 500 mila euro

Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Matera, su provvedimento del Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale, ha sequestrato complessivamente oltre 520.000 euro depositati su alcuni conti correnti ad un medico, esercente libera professione in provincia di Matera, risultato, tra l’altro, essere un evasore “paratotale”.
La misura cautelare reale scaturisce da una complessa attività di polizia tributaria  che ha consentito di rilevare l’occultamento al fisco di materia imponibile per oltre 1,1 milioni di euro ed I.V.A. evasa per circa 250 mila euro.
A seguito di tale attività, il professionista veniva segnalato per reati tributari - ex D.Lgs. 74/2000 – alla locale autorità giudiziaria, la quale disponeva il sequestro per equivalente dei beni riconducibili allo stesso per un valore di circa 450 mila euro, corrispondente all’ammontare delle imposte evase.
Dalla peculiare attività svolta dalle Fiamme Gialle sono emersi in capo al professionista anche ipotesi di peculato, in quanto, svolgendo anche l’incarico di medico militare, di medico di continuità assistenziale e componente di un collegio medico-legale istituito presso l’ASL, abusando del suo ufficio, induceva gli utenti a riconsegnarli all’esito del rilascio o del rinnovo delle patenti, i certificati di idoneità psicofisica precedentemente redatti, appropriandosi delle marche da bollo apposte sui predetti certificati, per riutilizzarle.
Tra l’altro, nel corso delle indagini è emerso che il medesimo professionista, mediante false attestazioni, induceva in errore le diverse Amministrazioni di appartenenza circa la propria presenza, spesso negli stessi orari, presso i rispettivi luoghi di lavoro.
A seguito dell’ulteriore segnalazione all’autorità giudiziaria per le ipotesi di reato di cui agli artt. 314 – peculato - e 640, secondo comma - truffa - del Codice Penale in danno di diverse Amministrazioni dello Stato, il GIP disponeva un nuovo sequestro finalizzato alla confisca per “equivalente” del profitto dei reati perpetrati, nella misura di ulteriori 70 mila euro circa.

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