In catene sulla 106 contro decisione Anas. Volevano chiudere l'accesso ad un agriturismo

Un intervento senza preavviso per chiudere lo svincolo sulla 106 che dà accesso all’agriturismo di famiglia. Aveva deciso di attuarlo l’Anas questa mattina sulla Jonica, in territorio di Pisticci, ma le titolari dell’attività, l’agriturismo “Da Dino”, hanno attuato una protesta che, almeno per ora, ha scongiurato la chiusura. Chiara Risimini e sua madre Teresa Ciccarone, proprietarie della storica attività ricettiva, che per la decisione di Anas rischia seriamente di subire un danno irreversibilmente e, con tutta probabilità, di chiudere battenti, proprio non ci stanno a vendere minacciato l’unico sostentamento familiare ed a perdere un esercizio che opera sulla 106 ben prima del raddoppio della statale, in seguito al quale è stato necessario adeguare gli accessi attraverso rampe e complanari.  
L’intervento di Anas, in una storia che ha già avuto dei precedenti, è connesso alla pericolosità di quello svincolo, in quanto c’è il rischio che qualcuno, uscendo dall’agriturismo, possa imboccare contromano la statale, essendo un accesso unico, utilizzato insomma sia come ingresso che come uscita. La questione sicurezza ha un suo fondamento. Il problema, tuttavia, è che l’azienda non ha ritenuto di prevedere un piano alternativo così da fare in modo di conciliare quella esigenza con la tutela di un esercizio commerciale, esistente già prima del raddoppio della 106.
L’anno scorso Anas aveva già provato a chiudere il passaggio, ma le operazioni furono sospese per un intervento del Prefetto in seguito ad un’altra protesta di Chiara Risimini. Proprio in quella occasione i titolari formularono la loro proposta, con tanto di previsione di una complanare in grado di soddisfare le esigenze di tutti, ma dagli uffici competenti non pervenne risposta.
Ieri mattina, invece, è arrivata l’indicazione di chiudere lo svincolo senza troppi fronzoli e senza alcuna considerazione per il pregresso.
Di qui la protesta e l’incatenamento. Per la situazione venutasi a creare sono dovuti intervenire sul posto il dirigente del Commissariato della Polizia di Stato di Pisticci, Domenico Divittorio, la Polizia Stradale ed il sindaco di Pisticci, Vito Di Trani, che ha preso le parti della famiglia chiedendo ai tecnici Anas di non procedere alla chiusura e minacciando una sua protesta. Alla fine le operazioni sono state rinviate ed i tentativi di mediazione dovrebbero portare ad un prossimo incontro fra le parti finalizzato a trovare una soluzione differente e condivisa da tutti.
Restano le perplessità per il modus operandi di un’azienda che, incurante di una problematica ben nota, opta per un intervento netto e definitivo senza alcun tentativo di interazione con le parti interessate (che sarebbero state danneggiate), salvo poi accettare il dialogo solo in seguito ad una protesta clamorosa ed all’intervento di una istituzione locale. Un po’ come i bimbi che provano la marachella e poi sorridono dopo essere stati scoperti con le mani nella marmellata. Non è un modo maturo e responsabile di risolvere i problemi. Occorre, invece, individuare un percorso ragionato in grado di conciliare le esigenze di sicurezza con il diritto al lavoro.

Roberto D'Alessandro

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