25Aprile2024

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Le divisioni sono deleterie: il libro di Lapadula aiuta a superare l'antagonismo fra le due comunità

Un libro, una storia. Sempre attuale. Non sappiamo quanti hanno letto “L’antagonismo Pisticci – Marconia” che qualche tempo fa ha dato occasione al prof Antonio Lapadula di analizzare gli ultimi 50-60 anni della storia del nostro comune.
E’ certo però che quel lavoro ha contribuito ad essere punto di riferimento per persone di buona volontà, con evidenti risultati sul superamento (ancora non del tutto però), del dualismo esasperato di qualche lustro fa.
L'autore aveva voluto sottolineare il ruolo che in tale periodo ha svolto la rivalità tra i due centri. A dettare i tempi della "sfida" il dibattito ruotato intorno a vicende che accompagnarono il distacco di Marconia dalla "madre patria". In sostanza, i 15 chilometri che separano i due centri, proprio a causa del dualismo che aveva montato la polemica, erano  diventati una specie di distanza tra terra e luna.
"Il campanilismo sciocco ed idiota che ha alimentato diatribe paesane e le sterili contrapposizioni con il corollario del cascame lessicale che forse ancora resiste – scriveva Lapadula - porta solo divisioni, mormorio, pettegolo e vuoto senza prospettive". Non a caso citava la lettera,che una ragazza(Francesca Leone) scriveva a "Pisticonia": "L'Europa è vicina, Pisticci e Marconia lontane. Solo per orgoglio? A Pisticci e a Marconia ci vive la stessa gente e perchè chi era pisticcese prima, è marconese ora. Non ci può essere rivalità, sarebbe da stupidi. Marconesi e pisticcesi sotto sotto, si vogliono bene, fanno parte delle stesse famiglie, ma orgogliosamente vorrebbero non  dirlo. Io, di fede marconese proclamo l'amicizia tra le due comunità".
Lezione di etica e di stile, dettate da cuore e sentimento di ragazza che amava il suo territorio e che era di monito a quanti non ancora rassegnati a questa realtà, potevano fomentare inutili e dannose rivalità.
Occorre però riconoscere che proprio l’opera di Lapadula è servita a qualcosa, atteso che negli ultimi anni, la situazione è in un certo senso cambiata. Ciò, grazie anche alle Amministrazioni di Pasquale Bellitti, Michele Leone, Vito Di Trani e l'attuale di Viviana Verri, che tra gli obiettivi principi hanno posto il problema del superamento dell’antagonismo, con buoni risultati, come anche altri ottenuti con scambio di presenze a manifestazioni religiose e culturali.
L’opera di Lapadula - che ogni  famiglia dovrebbero avere - fatta di attente e meticolose ricerche, traccia in modo chiaro un periodo storico con particolare riferimento alle frane che segnarono vita, storia e geografia della comunità. Fu Rocco Grieco a volere per primo il PRG, con i primi insediamenti grazie ai lotti assegnati. A Nicola Cataldo all'epoca valido parlamentare, l'arduo compito, dopo la frana del 76, di far rivivere la zona disastrata di Croci (grazie anche al contributo di Michele Leone allora dirigente Genio Civile di Matera) e gestire i trasferimenti collettivi. Agli altri sindaci il compito della valorizzazione del territorio.  Non possiamo che essere grati a Lapadula per il prezioso lavoro con cui, tra l’altro, ha voluto dimostrare che le divisioni  tra comunità dello stesso territorio, sono deleterie e mai giovano a nessuno.

Michele Selvaggi