La messa in scena di Menecmi tratta da Plauto ha concluso la quarta edizione di Teatro dei Calanchi. L'evento principe della lunga programmazione annuale del Circus di Pisticci, sotto la direzione artistica e la regia dell'attore e docente Daniele Onorati, ha segnato un punto fermo nel suo percorso di crescita raggiungendo una nuova dimensione di maturità e consapevolezza.
Merito innanzitutto del grande lavoro di Teatrolab, la scuola di teatro creata e diretta dallo stesso Onorati, i cui allievi - attori hanno preparato e messo in scena tutte le rappresentazioni entrate nel programma della quattro giorni andata in scena fra i calanchi di Pisticci. Una sfida importante vista la grande platea di pubblico che Teatro dei Calanchi è riuscito a raccogliere. Una sfida vinta a pieni voti.
Da Odissea, fino a Menecmi, passando per Delirium e Fiore in Bocca per arrivare al Festival degli Insetti dei piccoli attori, le "compagnie" create dal Circus attingendo a piene mani dal novero di iscritti alle formazioni annuali della scuola, hanno dimostrato le loro capacità reggendo in maniera autorevole le scene costruite nei palcoscenici naturali del teatro d'argilla.
Non è un caso che proprio su questo aspetto abbia voluto richiamare l'attenzione il direttore Onorati: "Sia da un punto di vista artistico che della partecipazione all'evento era prevista una certa fatica che richiedeva di mettere a disposizione un piccolo sforzo del pubblico ed un grande sforzo degli attori nella messa in scena.
La fatica, in questo contesto, ha un effetto quasi dionisiaco, che si avvicina metaforicamente alla divinità così da poter essere quasi superata. L'arte, e in questo caso il teatro, forniscono gli strumenti ed i mezzi per arginarla e questo vale sia per chi la rende possibile che per i fruitori, chiamati nel nostro caso a prendere posto fra le asperità dei calanchi, di cui, anche in tal modo, hanno potuto fare esperienza e, di conseguenza, custodire la memoria.
La fatica - spiega Onorati - viene messa al servizio di un processo di creazione: di uno stato d'animo per quanto riguarda il pubblico, che attende e segue, e di creazione per gli interpreti, che mettono in scena porzioni di vita nel gioco della finzione".