Sapete chi ha realizzato la svettante torre dell’orologio di P.zza S.Rocco e gli interni della graziosa chiesetta di Madonna delle Grazie nella valle del Cavone? Si tratta di un artista pomaricano Francesco Antonio Selvaggi (nessuna parentela col sottoscritto) che ebbe fortuna e onore di lavorare alla casa reale napoletana.
Una storia incredibile. Una specie di favola che vale la pena essere raccontata.
Nato a Pomarico l’8 settembre 1827, primogenito di una famiglia povera e numerosa, dotato di grande intelligenza e spiccata attitudine all’arte, Francesco A. proprio a causa delle misere condizioni familiari, non poté frequentare altra scuola se non quella elementare. Si racconta che mentre prestava servizio di leva a Napoli, si rese responsabile di un atto di insubordinazione verso un superiore, episodio che gli costò un paio di anni di dura prigione nelle carceri partenopee. Fu appunto durante la detenzione che venne a conoscenza di un concorso per adornare alcuni saloni dei palazzi reali di Napoli. La cosa lo interessò a tal punto che, nonostante la detenzione, chiese ed ottenne il consenso di partecipare. Nel chiuso della cella, si adoperò a preparare un bozzetto che la Commissione Reale di Architettura, esaminò, apprezzò e premiò per originalità e stile altamente innovativo.
Uscito di prigione, si mise subito al lavoro e le sue opere fatte soprattutto di capitelli e stucchi preziosi, piacquero tanto a Ferdinando II° re di Napoli e delle Due Sicilie, che volle conoscerlo di persona e che, dopo averne a apprezzato le sue rare qualità artistiche, lo onorò nominandolo “Architetto di casa Reale”, non senza aver apprezzato anche le sue qualità canore, più volte esibito anche a corte (a Pomarico lo chiamavano “il canterello”).
Michele Selvaggi
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