Sono trascorsi 65 anni da quell’evento che cambiò le nostre abitudini e i nostri modi di vivere. Il riferimento è all’arrivo della televisione nelle nostre case, avvenuta nel 1955.
In quell’anno, anche a Pisticci, nonostante il prezzo un po’ esoso di quel voluminoso apparecchio (i tempi non erano facili in un periodo quasi a metà strada tra la fine della guerra e il boom economico dei primi anni 60), diverse famiglie, ma non tante, avevano pensato di acquistalo, per avere a disposizione notizie e servizi non solo della nostra nazione, ma di tutto il mendo. Un evento da tutti riconosciuto come cosa straordinaria e di incalcolabile valore sociale abbastanza apprezzato, anche se le trasmissioni quotidiane si riducevano a due notiziari del TG, qualche rubrica scolastica, alcune trasmissioni sportive e, nelle ore serali, intrattenimenti culturali e distensivi.
Abbiamo appena salutato il 70° anniversario di uno dei programmi tra i più interessanti e seguiti dal pubblico di casa, il Festival della Canzone Italiana di San Remo. Un programma che ha avuto sempre un denominatore comune, quello di essere presentato in prima serata e sempre di questo periodo dell’anno, da Rai Uno, con un altissimo indice televisivo di ascolto. E’ bello ricordare quella che era l’attesa per questo evento e di come la cosa veniva seguita nell’abitato della nostra città.
In famiglia si cenava presto e noi studenti finivamo in tempo i compiti, il tutto per essere pronti alle 21:00. Abbiamo già detto che erano pochi gli apparecchi televisivi e, facendo un esempio, nel rione Terravecchia dove viveva il sottoscritto, l’unico televisore era quello di casa Spani in via Fusinato.
Ebbene, la padrona di casa, l’anziana zia Rosalia, donna generosa, intelligente e simpatica, invitava a seguire quella trasmissione, allora presentata da Nunzio Filogamo, richiamando a casa sua tante famiglie del quartiere. Un grande salone che puntualmente, all’ora fissata si riempiva di ospiti che, comunque erano, per la loro comodità, obbligati a portare con sè, una sedia o un banchetto su cui sedersi per seguire la trasmissione. E zia Rosalia si scusava, purtroppo, di questo inconveniente non avendo a disposizione tanti posti a sedere per tutti. C’era chi faceva il tifo per Claudio Villa o Nilla Pizzi, Luciano Tajoli o Tonina Torriello. La cosa andò avanti anche dopo il Festival, inventando così un modo nuovo di trascorrere le serate, grazie sempre alla generosità di questa donna straordinaria.
Michele Selvaggi
"""""""""""""""""