L’impegno e l’orgoglio dei nostri giovani per fronteggiare l’emergenza sanitaria legata al Coronavirus. Il nostro particolare riferimento è al contributo offerto dal nostro concittadino Leonardo Galeazzo, un giovane di ottime speranze, che ha sfruttato al meglio l’occasione offerta dal Corriere della Sera, il quotidiano più importante d’Italia che, nei mesi scorsi, in piena pandemia, aveva messo a disposizione dei lettori una sezione per articoli sull’argomento, selezionati e raccolti poi, in una speciale pubblicazione, titolata: “Diario Italiano”.
“Un giornale, che sia di carta o digitale, è scritto per le lettrici e i lettori; questo diario invece- scrive Barbara Stefanelli, il vice direttore dello stesso foglio – lo avete scritto voi. Per noi, per tutti, uno scorrere di parole, di immagini, di illuminazioni tra il computer e il balcone. Leggere le vostre – le nostre pagine, è come stare di fronte all’Oceano e sentire che c’è un legame tra le onde che si infrangono”. “Abbiamo dimostrato il nostro valore agli altri e soprattutto a noi stessi”. Cosi titolava il suo servizio Leo Galeazzo – che iniziava il suo intervento soffrendo un po’ l’incubo di quei giorni, non nascondendo comunque la realtà del momento: “Siamo tutti disorientati e un po’ impauriti delle conseguenze che il virus potrebbe provocare a noi e ai nostri cari, sia oggi che domani. Inoltre, la mancanza di precedenti, rende tutto maledettamente lacunoso e incerto. Un evento eccezionale – ancora le parole di Leonardo - che prepotentemente sembra palesare la prima vera prova di maturità per una generazione (io direi due) fortunata, come chiarisce bene un bell’articolo di Antonio Scurati sul Corriere del 24 marzo 2020.
I presupposti – spiega ancora il giovane - non volgono al meglio, ma a onor del vero, si potrebbe dire “che spettacolo!”
L’affermazione può sembrare inopportuna e forse lo è, ma come si definisce quello che stiamo facendo? L’audacia, la professionalità, il senso del dovere il calore e l’unità che sta dimostrando l’Italia. Derisa ed isolata prima, adulata e apprezzata ora. Come dimostra la storia, anche stavolta la necessità sollecita il meglio di tutti. Ricordiamocene quando finirà tutto….”
Michele Selvaggi
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