20Aprile2024

Download Template for Joomla Full premium theme.

Deutschland online bookmaker http://artbetting.de/bet365/ 100% Bonus.

Online bookmaker bet365

Filumena Marturano fa il pieno di pubblico e consensi

Hanno divertito il pubblico ben sapendo rendere il valore morale dell’opera di Eduardo De Filippo, in cui la comicità è leggera e mai fine a se stessa, ma sempre sapientemente sfruttata per dare più risalto al messaggio. Quello di “Filumena Marturano”, commedia in tre atti scritta nel 1946 dal celeberrimo drammaturgo ed attore napoletano, è racchiuso nei valori della famiglia e risulta quanto mai attuale. A mettere in scena una sua interpretazione classica ha provveduto un gruppo di giovani di Pisticci e Marconia, guidati dalla sobria regia di Giuseppe Vitale che nella rappresentazione impersonava don Domenico Soriano, protagonista della storia assieme alla tenace Filumena Marturano, nei cui panni ha saputo ritrovarsi l’ottima Maria Grazia Laviola.
In scena, nell’auditorium dell’Itas di Marconia, che ha ospitato la commedia per due serate molto apprezzate da un numeroso pubblico, sono andati nel complesso ben undici attori, tutti giovani animati da buona volontà che hanno saputo ben figurare. Oltre ai due protagonisti, ad interpretare gli altri ruoli dell’opera vi erano Manuele Antonio D’Onofrio, Nunzia Marrese, Rossella Risimini, Rosaria Batta, Domenico Lauria, Vito Casalaspro, Christian Gioia, Marco Falotico, Emanuela Quinto.
Filumena Marturano riesce a sposare don Domenico con un inganno, ma è animata dal nobile fine di rimettere assieme la sua famiglia e rivelare la sua identità di madre ai tre figli che, per tanti anni, aveva aiutato in segreto. L’ira di don Domenico ed il favore della legge, tuttavia, fruttano l’annullamento del matrimonio. L’uomo, però, che nel frattempo era venuto a sapere di essere padre di uno dei tre ragazzi, decide alla fine di sposare consapevolmente Filumena, accettando di non conoscere quale dei tre giovani è suo discendente naturale, perché i figli sono tutti uguali. E’ con questo spirito che la famiglia si riunisce senza differenze, sotto il cognome della stimata casa Soriano. E Filumena, finalmente, può piangere di gioia. Mentre don Domenico, ormai avanti con l’età, vive l’emozione di essere chiamato “papà” dai tre fratelli.
Buona prova corale del gruppo messo assieme dall’abile Giuseppe Vitale, con la convincente interpretazione sua e di Maria Grazia Laviola, chiamata al non facile ruolo chiave dell’opera, in cui sovente il sorriso deve cedere il passo al dramma, attraverso monologhi affatto semplici, in un’architettura a lieto fine. Un risultato sorprendente per chi, come ha avuto modo di ricordare al termine dei tre atti il professor Giannone riferendosi a Vitale, non molti anni fa non conosceva il mondo del teatro, ma accettò la sfida di prendere parte ad una rappresentazione organizzata dal professore. Da allora ad oggi il “sacro fuoco del teatro” ha saputo fare il resto, regalando alla comunità un regista motivato ed in grado di coinvolgere e portare in scena un bel gruppo di giovani.

Roberto D'Alessandro