19Aprile2024

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Nativi digitali ed insidie del web. Come difendersi dai rischi

Grande successo per l’incontro - dibattito organizzato dall’Associazione “CamMino” e dall’Istituto Padre Pio da Pietrelcina svoltosi ieri pomeriggio 8 aprile nella chiesa Sant’ Antonio a Pisticci.
Nella consapevolezza che i bambini e i ragazzi di oggi sono nativi digitali e che non si possa prescindere dall’utilizzo della nuova tecnologia, la Scuola e l’Associazione “CamMino” hanno voluto offrire un momento di riflessione e formazione circa le potenzialità e i rischi che i new media offrono ai nostri ragazzi.

La Dirigente Scolastica Cristalla Mezzapesa ha espresso grande orgoglio per quest’iniziativa che sancisce l’inizio di una sinergica collaborazione tra Scuola, Enti ed Associazioni presenti sul territorio finalizzata a diffondere una sempre maggiore sensibilità verso le problematiche dei giovani, una corretta informazione e una stretta collaborazione tra Scuola e Famiglia per la crescita sana delle nuove generazioni.

L’evento si è aperto con il saluto dei rappresentanti delle Istituzioni presenti sul territorio, seguito dagli interventi di illustri esperti del settore: Giuditta Lamorte Presidente del Corecom di Basilicata e Vice coordinatore Nazionale del Corecom; Maria Rosaria ColangeloPsicologa; Filippo Squicciarini Ispettore Superiore della polizia di Stato –Responsabile della Sezione della Polizia Postale di Matera; Domenico Infante Presidente Regionale AIART Basilicata e membro del Comitato Media e Minori; Vincenzo Giuliano Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza in Basilicata

Proprio dai risultati di un questionario che la scuola ha somministrato a 186 alunni, preadolescenti (10 – 13 anni) e adolescenti (14 -16 anni), emerge che l’intera popolazione intervistata (100%) utilizza uno SmartPhone, affiancato in percentuali leggermente più basse da computer e tablet (rispettivamente 54% e 33%). Segue l’utilizzo di consolle per video giochi (35%) e l’uso di webcam (5%). Le ore trascorse mediamente in rete sono cinque/sei al giorno e sono preferite le ore pomeridiane. Ci sono, tuttavia, anche giovanissimi che sviluppano una certa dipendenza: sono quelli a rischio vamping, che chattano anche di notte (6%), oppure quelli che lo fanno ogni volta che possono, anche quando è vietato, come a scuola (14% circa). Si nota, quindi, come si intensifichino le attività nella rete, legate alla tendenza ad essere perennemente connessi grazie a tutti gli strumenti messi a disposizione.
Dalla seconda domanda, relativa ai luoghi in cui ci si connette abitualmente, si evince che la maggior parte degli intervistati lo fa a casa (66%); non mancano ragazzi che si connettono in zone Wi-Fi free, a casa di amici e anche a scuola, come evidenziato in precedenza.

Nel mondo dei giovanissimi sono le chat a farla da padrone: Whatsapp è la piattaforma preferita dal 80% degli intervistati, una percentuale superiore a quella registrata dai social network come Facebook (55%), Instagram (50%), Skype (29%), Twitter (17%) e altro (13%).

Quasi la totalità degli intervistati, più del 75%, dichiara di usare quotidianamente le chat: questo è il motivo principale per cui vengono utilizzati gli strumenti tecnologici. Alla chat segue l’aggiornamento del proprio profilo (20%), a conferma del continuo desiderio dei ragazzi di postare immagini per poter apparire ed essere visibili a tutti. Sono in pochi, invece, i ragazzi che si connettono per leggere blog (3%).
I ragazzi sono online ben prima dei 14 anni: il 51% è ben consapevole dell’esistenza del fenomeno del bullismo e di quanto il bullismo possa provocare tragici epiloghi. Vi è, comunque, un 8% dei ragazzi che ancora non coglie l’importanza di questo fenomeno e delle sue gravi conseguenze.

La natura “multi-dimensionale” della rete (è ovunque, è sempre raggiungibile, c’è per sempre, connette tutti con tutti …) sostiene la virtuale infinità dell’azione, la potenziale assenza di limiti e, d’altro canto, il fatto che quanto messo in rete possa essere usato per denigrare o ricattare chiunque. Alla domanda relativa alla consapevolezza di questi rischi, gli alunni si sono rivelati abbastanza consapevoli (48%), anche se non manca una percentuale (7%), ancora inconsapevole del fatto che la rete consente di falsare protagonisti e contenuti, creando strumentalizzazioni di ogni sorta.

Il fatto che i nostri ragazzi siano nativi digitali li mette un passo avanti rispetto alla generazione precedente nella comprensione di ciò che accade nella rete e di ciò che può realizzarsi attraverso la tecnologia. Tuttavia questo vantaggio generazionale non li mette al riparo da minacce molto concrete e per niente virtuali, quali il Cyberbullismo.

Questi ragazzi pur dimostrando di sapere come la rete dispiega la propria forza negativa, in quali direzioni e con quali effetti, sono altrettanto espliciti nel ritenere che il mondo adulto sia consapevole di queste minacce ed abbia un ruolo di supporto e di difesa.
In questo senso va interpretata la risposta all’ultima domanda, secondo cui, a detta dei ragazzi, più del 70% dei genitori è consapevole del fatto che esista il bullismo on line.

Gli esperti presenti al dibattito hanno affrontato l’argomento nei suoi molteplici e variegati aspetti facendo riferimento a fatti e situazioni che, lungi dall’apparire lontani, hanno suscitato l’interesse e l’attenzione dei numerosi alunni e soprattutto dei genitori accomunati dal desiderio di una maggiore informazione inerente l’uso dei new media da parte dei minori.
Hanno mostrato loro tutte le insidie che il mondo virtuale nasconde, come riesca ad invadere la vita reale e a limitare la libertà della persona.
Non sono mancati gli esempi di cyberbullismo e come sia semplice il passaggio dal bullismo al reato penale. Infine, Vincenzo Giuliano, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza in Basilicata, ha invitato gli adulti a vigilare sui bambini perché crescano in un mondo in cui poter realizzare i propri sogni.