29Marzo2024

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Nadia Kibout, la Basilicata e il suo "Le Ali Velate": un corto per promuovere la tolleranza

Sono iniziate da alcuni giorni le riprese del cortometraggio "Le Ali Velate", primo lavoro cinematografico da regista per l'attrice franco algerina Nadia Kibout, conosciutissima nel mondo dello spettacolo per il suo impegno professionale tra cinema, televisione e teatro.

La regista originaria di Saint-Etienne ha infatti un legame intenso con il mondo della recitazione, passione divampata nella giovinezza e coltivata con tantissimi sacrifici in giro per il mondo, tutti elementi che le hanno permesso una rapida ascesa sia nel contesto cinematografico che teatrale.
L'artista transalpina guida già da alcuni giorni le riprese del corto, scritto a quattro mani con Ersilia Cacace e girato interamente tra Basilicata e Puglia:  Bernalda, Metaponto, Taranto e Ginosa sono le località joniche prescelte per le scene de "Le Ali Velate", in cui la stessa Nadia Kibout è protagonista come attrice insieme a Paolo Lavini e Matteo Carlomagno: "Questo film nasce da un fatto realmente accaduto ad una donna araba costretta a vivere una doppia identità - racconta la regista di origini algerine - Ho considerato la storia molto interessante e ho deciso di indagare su questa doppia vita e di raccontarla attraverso l'incontro di due donne, una araba e l'altra italiana, appartenenti a due culture diverse e accomunate dalla difficoltà di trovare una posizione stabile nella società. Il filo conduttore della storia è un viaggio che poi verrà interrotto da alcune successive vicissitudini".

La scelta di Bernalda e della Basilicata confermano un tuo legame molto intenso con questa terra. Come è maturata questa scelta?

"La scelta è ricaduta su una terra che sento molto vicina al mio modo di essere per i suoi colori, per i paesaggi meravigliosi e per l'umanità della gente che ci vive, un mondo periferico che oserei definire magico. Ho scoperto Bernalda qualche anno fa grazie ad alcuni amici: allora non conoscevo i profondi legami di questo posto con il cinema e devo ammettere che quando vieni a Bernalda poi te ne innamori. E' un posto affascinante che fa lo stesso effetto su chiunque ci arriva la prima volta. E' capitato a me, è capitato ai tanti amici italiani e stranieri che ho portato in questi posti meravigliosi. Credo che tutta la regione abbia ricchezze di grande valore: paesaggi unici, meravigliosi scenari e l'umanità della gente, sono tutti elementi che, a mio parere, dovrebbero essere maggiormente valorizzati". 


Quali sono le aspettative su questo cortometraggio dai temi così importanti e terribilmente attuali?

"In questi giorni sono molto concentrata per cercare di girare al meglio questo film. Resto molto umile sulle aspettative, ma vorrei senz'altro che questo corto riuscisse a trasmettere negli spettatori un messaggio di tolleranza nei confronti della diversità. Portare un velo, avere un colore della pelle diverso, professare un'altra religione non significa essere pericolosi. La diversità non può essere il mezzo per giustificare reazioni violente. Non si può puntare il dito contro un'intera religione a causa delle azioni scellerate di alcuni soggetti: con questo film spero che passi questo messaggio di tolleranza e di pace. Le Ali Velate è la mia risposta ad un momento storico in cui il rispetto e l'apertura al diverso sembra siano diventati concetti troppo difficili da realizzare".

Andrea Cignarale