25Aprile2024

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Lucania Film Festival, parla l’ex direttore generale

Per non alimentare polemiche, avevo deciso di tacere sulle vicende riguardanti il cambio di location del Lucania Film Festival (LFF), che tanto clamore sta suscitando. Ma alcune voci, insistenti, sgradevoli e, soprattutto, totalmente false, messe giro non so da chi e per quale fine, mi hanno convinto a rompere gli indugi e a raccontare le cose.
Dallo scorso aprile sono sostanzialmente fuori, e non senza dispiacere, da Alellammie, Tilt e Lucania Film Festival, da cui sono di recente uscito anche in modo formale. Le ragioni sono tutte interne all'organizzazione e nulla hanno a che fare con le mie scelte di vita. Chi sparge voci diverse è – devo purtroppo dirlo - un mistificatore, che diffido dal continuare a sostenere il falso. Quando non si ha la forza di dire la verità, è bene restare in silenzio.
Qui finisce la parte polemica. La spiegazione, però, continua.
Non ho avuto e non ho alcun ruolo nella scelta di portare il Festival a Marconia. Il cambio di location - che io non condivido, per ragioni che dirò - è stato legittimamente e autonomamente deciso dal gruppo di persone che attualmente gestisce le sorti del Festival.
Il Lucania Film Festival è stato sino ad oggi, a differenza di quanto sostiene qualcuno, un importante festival di Cinema con lo straordinario arricchimento del luogo particolare in cui si è svolto. Durante tutte le edizioni celebrate in Terravecchia, le sale cinematografiche piene di persone di ogni provenienza ed estrazione culturale, le centinaia di proiezioni di film in concorso e non, le decine e decine di eventi dedicati alla settima arte, stanno a dimostrare che a Pisticci (nonostante i fisiologici problemi che un evento del genere si porta dietro e i disagi quasi sempre comprensibilmente lamentati da alcuni residenti) eravamo riusciti a trovare lo spirito del luogo e a raccontarlo al mondo proprio utilizzando il cinema come linguaggio-bandiera e le altre arti a compendio.
A mio giudizio, si doveva continuare così. In quel luogo, con quella formula. Magari migliorandola, come sempre deve essere, ma continuando su quella strada. Il Lucania Film Festival nel Rione Terravecchia. Anzi, portandolo anche in altre location del centro abitato, così come da tempo si sognava e pensava di fare. Si doveva continuare a valorizzare la componente cinematografica e con essa la localizzazione di Pisticci, che in agosto diventava una cittadella del Cinema richiamando migliaia di persone dall'Italia e dall'Europa.
Secondo me non bastano gli innegabili vantaggi logistici ed organizzativi che la nuova location garantirà, a giustificare la scelta di lasciare il centro storico. Certo, si guadagnerà in comodità, e però si perderà in fascino, in suggestione, in originalità. Il mio personale disaccordo sulla nuova location non è dunque dovuto – è bene sottolinearlo - a sciocche questioni campanilistiche legate alla contrapposizione tra Pisticci e Marconia. Una contrapposizione che ha del puerile e del grottesco. Una contrapposizione tra amici, fratelli, sangue dello stesso sangue che dovrebbe essere spazzata via una volta per tutte, per favorire invece una vera e intelligente comunità. C'è tuttavia una vocazione di alcuni luoghi rispetto ad altri. In questo senso, il Lucania Film Festival (che non a caso abbiamo definito "il festival dei luoghi e delle persone") è stato tutt'uno con le casette del Dirupo e con i vicoli e le piazze della Terravecchia. Tutt'uno con quelle luci, con quei sapori. Tutt'uno con l'anima di Pisticci. Lì, a mio avviso, doveva continuare a svolgersi, così come al Centro Tilt di Marconia si potevano continuare a fare le tante altre e interessanti cose che il Centro Tilt ha nelle proprie corde e sta già facendo.
La scelta degli organizzatori è stata un'altra. Autonoma e certamente legittima. Scelta che Io, oramai da semplice cittadino di Pisticci, non condivido per le ragioni esposte.
Ai tanti amici e colleghi rimasti nel Lucania Film Festival faccio quindi un sincero in bocca al lupo. Auguro loro il meglio perché, come è stato per me, anche per loro il Festival è una cosa importantissima. Una ragione di vita.
Dopo 17 anni lascio Allelammie e lascio il Festival. Lascio un pezzo del mio cuore. Nel cuore che mi resta ci sono però tutte le cose splendide fatte in questi anni, cui ho dato il mio piccolo contributo, e tutte le innumerevoli persone che hanno partecipato in mille modi a questa storia bellissima e che, anche solo (si fa per dire) da spettatori, l'hanno resa indimenticabile.
A loro, la mia enorme e felice gratitudine.

Massimiliano Selvaggi
Ex direttore generale LFF