18Aprile2024

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Isole ecologiche e sorveglianza contro le discariche abusive

Dove conferire i rifiuti in eccesso? Come evitare che nascano discariche clandestine? O ancora, come combattere chi trasgredisce alle regole in materia di rifiuti o di ambiente?
Queste sono solo alcune delle tanto banali quanto frequenti domande che si pongono i pisticcesi nel più generale ambito della questione ambientale.
Inutile sprecare altro inchiostro sui monopolizzanti discorsi relativi a Tecnoparco o alla Recisa (già poco chiari di per sè), in questa sede infatti si vuole porre l'attenzione sugli ''spiccioli'' della suddetta questione ambientale.
Mi riferisco in particolare alla nascita, all'espansione e alla proliferazione delle sempre più numerose discariche abusive che stanno costellando il nostro territorio (Pisticci centro incluso), dando del nostro paese l'immagine della "pattumiera" di Basilicata.
Ebbene sì, come confermato dalle tantissime foto, postate dai nostri concittadini sui social, la situazione è critica e ciò oltre a non dare una giusta immagine della nostra comunità, nel peggiore dei casi può diventare anche un rischio in termini sanitari.
Di fatto, nonostante i propagandati risultati della raccolta differenziata (che celano i problemi strutturali della raccolta dei rifiuti in senso lato) si deve imparzialmente ammettere che essa da sola non basta, soprattutto in assenza di vere e proprie isole ecologiche ben sorvegliate, la cui importanza è stata sottovalutata, forse pensando di convertire di punto in bianco alla differenziata, un popolo mai davvero "educato" a queste tematiche, oppure ancora, ignorando la loro utilità in situazioni di sovraccarico di rifiuti nelle case dei cittadini (cosa che risulta essere molto frequente).
Per non rendere la critica sterile e fine a se stessa, si potrebbero avanzare alcune proposte che sempre più circolano tra i cittadini, come quella vivamente caldeggiata di affiancare alla differenziata l'installazione delle già citate isole ecologiche, magari in compagnia di altrettanti cestini pubblici da collocare almeno nelle zone centrali del paese (che ne contano veramente pochi) e nei luoghi appena fuori il centro, ma comunque molto frequentati.
In secondo luogo, sempre nell'ambito di una critica costruttiva, si esorta chi di dovere ad una ferrea supervisione (magari tramite apparecchiature di videosorveglianza) delle zone che rischiano maggiormente di diventare le nuove discariche comunali, così che si possano individuare e sanzionare i potenziali trasgressori.
Quest'argomento, non deve leggersi solo in chiave ecologico-ambientale, ma deve essere una tappa forzata di quel decantato progetto di riconversione ecologica, di rivalutazione del territorio e di rilancio del turismo come attività cardine dell'economia locale, tanto più ora che si può, e si deve, sfruttare la visibilità di Matera 2019, per incentivare l'incremento dei già tanti turisti, che si innamorano sempre di più della nostra terra, ma sempre di meno della nostra gestione.

Carmine Calandriello
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