25Aprile2024

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Di TARI in TARI, ambiremo mai ad una meta di nuovo comune?

Il Futuro Possibile che ha beneficiato del voto della maggioranza dei cittadini alle ultime elezioni amministrative, venendo alla luce, ha incontrato de visu la realtà dei fatti nella stesura e approvazione del  “Bilancio di previsione finanziario 2017-2019” avvenuta il 21 Aprile scorso. Di "periodo gestatorio" dell'azione amministrativa della sua maggioranza aveva parlato la neo-Sindaco Verri in un incontro pubblico di presentazione poco meno di due settimane prima, a circa nove mesi dal suo insediamento: periodo servito a “prendere coscienza della situazione” e consentire di affinare gli strumenti per una “azione amministrativa efficace”. A giudicare dalle dolorose rinunce della maggioranza dovute al pietoso stato in cui sono state trovate le finanze cittadine, il travaglio è stato duro e ancor più duro sarà dar prospettive di vita al nascituro.
Le prospettive di breve periodo, logicamente, non potranno che continuare a portar dolori a tutti, basta pensare al previsto, e approvato, aumento della TARI. Naturalmente il pensiero non può che tornare al Giugno del 2015 quando un simile aumento provocò una quasi sommossa popolare placata solo con una immediata revisione delle tariffe. Scopriamo adesso la filosofia da “polvere sotto il tappeto” a guida di quella revisione.
Dopo aver doverosamente ricordato anche i fatti che portarono a quelle vicende, l’esternalizzazione del servizio di raccolta rifiuti (2010), conseguente approvazione in sordina della delibera tariffaria (2014) che, complice le blande proteste delle allora opposizioni, mise i cittadini di fronte al fatto compiuto delle super-bollette per lo scontato aumento dei costi di gestione (2015), adesso, sarebbe ingiusto non prendere atto che c’è aumento e aumento. Per non andar più di Tari i Tari, dobbiamo essere partecipi e vigili e far sì che l’obiettivo di risanare le finanze cittadine sia raggiunto, anche attraverso una seria lotta all’evasione. Dire di più sarebbe bassa demagogia. Pura ipocrisia, invece, sarebbe confrontare vent’anni e molto più di potere esercitato con solo nove mesi in cui , il potere, non può che essere stato solo un fardello.
Invece sono le prospettive a lungo termine che ci devono preoccupare se, a giudicar dalle prime battute, l’azione amministrativa di questa maggioranza, tra altri limiti, limita il concetto di efficacia a quello strettamente economico di “tenuta del bilancio” che, se pur necessario, da solo non può abbattere le mura di un passato dentro cui Pisticci si é arroccata, che pur avendola resa “modello per il circondario” ieri, la rende passata oggi, incapace di obiettivi per domani. I virgolettati sono del discorso fatto dalla Sindaco all’incontro pubblico.
Tutto sto modello, la nostra amata Pisticci, proprio non lo è stata visto che, oggi, quelle mura sono spesse quanto cinque milioni di euro di debiti che ci inquadrano nel mirino della Corte dei conti per essere stati creati, non dimentichiamolo, da una gestione talmente “al limite del personale” che si è spinta a porre fuori bilancio persino le minute e ordinarie spese necessarie alla “costruzione di un cancello”. Cancello che, aperto, ci ha portato dentro il girone dei sacrifici che, nel bilancio che nessuno avrebbe voluto, sono sotto le voci dei tagli agli sprechi (quella del vestiario al personale trasformato in emolumenti è persino peggio di quella del cancello), delle cessioni patrimoniali, di una riorganizzazione ormai necessariamente mirata e meritocratica del personale insieme alla  revisione della pianta organica degli uffici amministrativi e, tra altro, dell’informatizzazione dei servizi, anche recentemente, più volte annunciata ma ancora agognata.
Pisticci, tanto modello non lo è stata nemmeno nel proiettarsi nel suo domani visto che, a dispetto delle potenzialità, il nostro presente è il modo disastrosamente frammentario in cui oggi siamo costretti ad abitarla. Modo che, tout court, fa proliferare spese e, rendendoci estranei nella stessa casa, annichilisce sempre più la coesione sociale.
Il vero limite di questo “periodo gestatorio” è il suo proseguire sulla strada della frammentazione, mettendo di fatto, in sicurezza l’operato del lontano pensiero politico che ne è stato l’artefice e di quelli, tanto meno lontani quanto più pavidi, che non sono stati capaci di governarlo. Infatti, i pentastellati, stanno muovendo i loro primi passi in forma di “possibili” opere pubbliche, interventi, progetti, eventi, incontri pubblici, consigli, giunte, sino alle presenze istituzionali stando ben attenti ad alternare i complementi di luogo “..a Marconia” e “..a Pisticci” (caserma della Polizia a Marconia, caserma dei Carabinieri a Pisticci, Progetto riqualificazione area sportiva a Marconia, potenziamento area pedonale a Pisticci, ecc.ecc.) invece di cominciare a far sì che, piccoli e sovversivi passi in direzione contraria (per esempio qualcosa in più del solo e banale ripristino di un semaforo a Tinchi, frazione nata presso un baricentrico crocevia locale, non a caso individuata da una qualche rara mente pensante del passato come sede ospedaliera del circondario) diano prospettiva di lunga vita ai vagiti che indubbiamente andiamo ascoltando. Prospettiva che, ripulendolo ora e subito dalla nostalgia per illusori e falsi miti del passato che ci siamo costruiti, costelli il nostro squattrinato presente di obiettivi, obiettivi e obiettivi e punti dritto ad una meta che si misuri con l’unico vero passato che conta e che ha identificato Pisticci, tutt’uno con il suo territorio, come un unico luogo da sempre baricentrico rispetto al Metapontino e all'entroterra lucano.

Michele Mario Viggiani