28Marzo2024

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Dipendenti Liscio, mensilità arretrate: 'Situazione insostenibile'

Grido d'allarme dei dipendenti delle autolinee Liscio. In un documento inviato alle istituzioni ed alla stessa azienda il personale chiede di intervenire in merito al pagamento delle mensilità arretrate.
"Noi sottoscritti lavoratori, dipendenti della Ditta Autolinee Liscio di Potenza, con la presente vogliamo denunciare, ancora una volta, quanto ci sta accadendo; ormai da circa tre anni non vengono puntualmente erogati gli stipendi, tanto da giungere negli ultimi tempi a percepire il salario ogni quattro mesi.
Siamo giunti ad una situazione insostenibile, quei pochi risparmi messi da parte sono stati consumati per pagare le rate insolute dei mutui, le rette universitarie, ma soprattutto rischiamo seriamente di non poter più assicurare i beni primari alle nostre famiglie. Siamo costretti a ricorrere ad ulteriori prestiti per poter far fronte alle spese per il carburante occorrente per andare a lavorare".
Un messaggio particolare viene rivolto alle istituzioni regionali: "Ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni, in primis da Lei signor Presidente della Regione Basilicata e anche da Lei signor Assessore ai trasporti, vi abbiamo più volte chiesto di intervenire per porre fine alla situazione che nel frattempo è diventata insostenibile. Ogni volta è stato uno scarica barile, la Regione ritiene di essere in regola con i pagamenti e che comunque le aziende dovrebbero avere le capacità finanziarie per far fronte ad eventuali ritardi da parte delle pubbliche amministrazioni, (anche se, ci chiediamo, di quanto questi ritardi possano essere quantificati) l'Azienda ci dice che ad oggi non ha ricevuto ancora il saldo del 4° trimestre 2016 e che solo dopo una variazione di bilancio potrà essere saldato. Non sono stati erogati ancora gli oneri contrattuali, l'addendum, il rimborso iva, gli interessi che il Cotrab paga per il mutuo contratto con Unicredit per le anticipazioni dei trimestri, etc. etc. ed è in questo ping pong di responsabilità che noi veniamo sballottati.
Ci viene detto che nel Bilancio Regionale del 2017 i capitoli legati ai trasporti sono ancora scoperti e che tutto questo stato di cose è la causa della non puntuale erogazione degli emolumenti ai lavoratori, anello debole della catena, e nonostante la situazione disperata, noi da buoni padri di famiglia, con gran senso di responsabilità assicuriamo regolarmente la prestazione lavorativa.
Ci aspettiamo da Lei Signor Presidente come anche da Lei egregio assessore, una soluzione concreta, in tempi brevi, a tutti i problemi fin qui evidenziati rispondendo fattivamente al nostro grido di aiuto. Chiediamo chiarezza, ma soprattutto rispetto".
I dipendenti si dicono poi delusi anche dalle organizzazioni di categoria e della stessa proprietà: "Ci sentiamo abbandonati dal Sindacato che non ha saputo mettere in campo azioni efficaci atte a salvaguardare e tutelare i nostri diritti, limitandosi ad una “difesa d'ufficio” con normali procedure di raffreddamento previste per la proclamazione degli scioperi. Chiediamo ai sindacati che ci rappresentano, di non essere troppo accondiscendenti con i "potenti" di turno, di essere più incisivi nelle future azioni, di avere più a cuore le nostre sorti e non utilizzare il ruolo che gli abbiamo conferito solo per fare carriera politica.
Ci sentiamo abbandonati dall'Azienda, che non ha saputo dar seguito all'appello del compianto Comm. Don Peppino Liscio, il quale chiedeva ai suoi successori di tener conto prima dei lavoratori e poi del profitto personale. Non a caso Don Peppino amava definirci suoi collaboratori e non dipendenti.
Per questo facciamo appello al Consiglio di Amministrazione di quest'azienda, considerata fino a poco tempo fa un pilastro portante dei trasporti in Basilicata affinché possa continuare ad essere ancora tale, di intervenire con una ricapitalizzazione della stessa.
Stanchi oltremodo, chiediamo alle autorità in indirizzo di intervenire celermente per una immediata risoluzione delle problematiche al fine di evitare azioni forti che nostro malgrado ci vedremmo costretti ad adottare, per assicurare la sopravvivenza alle nostre famiglie".