Manca l'acqua. Dialisi vicino casa? No, a 100 chilometri

Se dializzi e abiti a pochi chilometri dal centro dialisi di Policoro, ma a Policoro è vietato l’uso dell’acqua, il centro Dialisi privato ha già trovato la soluzione per i trattamenti, quello di un probabile trasferimento a Potenza.
E’ l’amara sorpresa per i dializzati della fascia Jonica, infatti, sembra che il posto libero più vicino, secondo quanto dichiarato dal responsabile del centro privato agli organi di stampa, sia proprio quello del centro nel capoluogo regionale, a ben 100 chilometri di distanza dalla costa Jonica. Da qui la decisione che può costare la vita ai dializzati, di firmare le dimissioni e rifiutare il trattamento, compreso quelli che da un momento all’altro potrebbero essere costretti ad un trattamento d’urgenza. Teniamo a precisare che i trattamenti dialitici vengono effettuati con l’acqua potabile, poi trattata biologicamente attraverso soluzioni specifiche.
Tutto questo senza tener conto che i trattamenti sono debilitanti, e dopo la dialisi i malati devono sopportare lo stress e i traumi psicologici e le preoccupazioni di un lungo viaggio, pazienti già gravati da altre difficoltà. Il privato si trova a Policoro, i reparti ospedalieri a Tinchi e a Matera. Può succedere quindi, e magari sarà anche capitato all’insaputa di tutti, che un malato di reni di Nova Siri debba recarsi a Potenza, e viceversa, percorrendo 200 chilometri al giorno per tre volte a settimana.
La direzione Asl potrebbe mettere agli atti un vincolo ben descritto, quello di rilasciare il nulla osta ai pazienti che chiedono di farsi seguire da uno dei centri dialisi pubblici del Materano. È necessario, solo quando si verificano problemi di emergenza sanitaria, mettere i pazienti nelle condizioni di scegliere la struttura indipendentemente dal luogo della residenza del paziente e soprattutto dalle sue volontà.
Ricordiamoci che in passato la politica del titolare della Dialisi privata e dell'allora Sindaco di Policoro, contestarono la realizzazione del Centro Pubblico di Tinchi, perchè distante a causa dell’assenza di sicurezza per i pazienti, stante, ad esempio, l’assenza della Rianimazione e dell’Utic in caso di emergenza. Oggi percorrere 100 chilometri non è più un problema.
Il Comitato mette a conoscenza questa situazione inaccettabile, augurandosi che possa servire a trovare una soluzione per il bene dei dializzati, poiché devono percorrere 200 chilometri al giorno. Le Asl dovrebbero garantire agli ammalati il diritto di scegliersi il luogo dove farsi curare. Il loro compito, maggiormente nelle situazioni di emergenza, è quello di tutelare la salute e la sicurezza dei pazienti contattando il centro pubblico più vicino alla residenza del malato.

Comitato Difesa Ospedale di Tinchi

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