Grillo e le parole sull'autismo: 'Ma che cambiamento è'?
- Post 24 Ottobre 2018
Prima di commentare queste assurde metafore, da studente laureato in discipline psicosociali, sento di dover fare alcune considerazioni sull’autismo. Chiamato comunemente DSA, è un disturbo del neurosviluppo che presenta diversi livelli di gravità e diverse manifestazioni. I sintomi vengono raggruppati in tre ampie categorie: comunicazione, socializzazione, comportamento motorio. Viene spesso associato alla disabilità intellettiva (ritardo mentale) in quanto risulta difficile differenziare i due disturbi.
La sindrome di Asperger (SA) è un disturbo pervasivo dello sviluppo, presenta un livello di gravità più lieve rispetto al DSA; i pazienti affetti da SA riescono a comunicare bene verbalmente, ma presentano difficoltà nell’interazione sociale e nella creazione di legami con gli altri.
In seguito alle polemiche, il comico aggiunge: “Per i comici non esiste il politically correct. Strumentalizzate le mie parole, ma non è la prima volta”.
Beppe Grillo sbeffeggia i suoi avversari politici utilizzando allegorie che fanno riferimento a due patologie comuni.
Prima di utilizzare questi termini, il comico ha pensato alle conseguenze delle sue parole?
Ultimamente sembra essere ritornati indietro nel tempo, quando bastava un semplice dittatore per animare la folla. Paradossalmente Grillo è stato anche sostenuto con applausi al termine del suo intervento, segno questo di un’assenza totale di critica all’interno del movimento.
È questo il cambiamento tanto decantato nel corso degli anni?
Nel suo sproloquio una generalizzazione eccessivamente riduttiva e soprattutto errata di una condizione umana.
Perché definirla “malattia”, se il problema di fondo è l’ignoranza?
Luca Fulco
Italia in Comune Pisticci
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