25Aprile2024

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Grillo e le parole sull'autismo: 'Ma che cambiamento è'?

Nel suo intervento a Italia 5 Stelle, la convention del Movimento 5 stelle del 20 e 21 ottobre, Beppe Grillo ha parlato di Asperger e di autismo. Queste le parole del comico: “Siamo pieni di malattie nevrotiche. Siamo pieni di autismo. L'autismo è la malattia del secolo e non la riconosci. Per esempio l'AspeNger (Asperger), è pieno in televisione. Che è quella sindrome di quelli che parlano in un modo e non capiscono che gli altri non stanno capendo, hanno quel tono sempre uguale. È pieno di psicopatici".
Prima di commentare queste assurde metafore, da studente laureato in discipline psicosociali, sento di dover fare alcune considerazioni sull’autismo. Chiamato comunemente DSA, è un disturbo del neurosviluppo che presenta diversi livelli di gravità e diverse manifestazioni. I sintomi vengono raggruppati in tre ampie categorie: comunicazione, socializzazione, comportamento motorio. Viene spesso associato alla disabilità intellettiva (ritardo mentale) in quanto risulta difficile differenziare i due disturbi.
La sindrome di Asperger (SA) è un disturbo pervasivo dello sviluppo, presenta un livello di gravità più lieve rispetto al DSA; i pazienti affetti da SA riescono a comunicare bene verbalmente, ma presentano difficoltà nell’interazione sociale e nella creazione di legami con gli altri.
In seguito alle polemiche, il comico aggiunge: “Per i comici non esiste il politically correct. Strumentalizzate le mie parole, ma non è la prima volta”.
Beppe Grillo sbeffeggia i suoi avversari politici utilizzando allegorie che fanno riferimento a due patologie comuni.
Prima di utilizzare questi termini, il comico ha pensato alle conseguenze delle sue parole?
È pur vero che l’art. 21 della nostra Costituzione conferisce libertà di pensiero e di opinione a tutti gli individui, ma è importante prima di tutto non superare i limiti della decenza, come più volte capita a quest’uomo privo di morale.
Ultimamente sembra essere ritornati indietro nel tempo, quando bastava un semplice dittatore per animare la folla. Paradossalmente Grillo è stato anche sostenuto con applausi al termine del suo intervento, segno questo di un’assenza totale di critica all’interno del movimento.
È questo il cambiamento tanto decantato nel corso degli anni?
Nel suo sproloquio una generalizzazione eccessivamente riduttiva e soprattutto errata di una condizione umana.
Perché definirla “malattia”, se il problema di fondo è l’ignoranza?

Luca Fulco
Italia in Comune Pisticci