Abbiamo tutti ancora a mente le immagini dei giorni scorsi, la paura e la preoccupazione per un territorio che, storicamente, in tutte le sue aree, dalla collina al mare, è soggetto a fenomeni di dissesto idrogeologico.
Per circa 40 anni, dopo la tragica frana del Rione Croci, abbiamo vissuto un periodo di relativa tranquillità dovuto quasi esclusivamente alle opere di consolidamento realizzate in seguito a quel disastro.
Oggi, di fronte ai pericoli del cambiamento climatico, che verosimilmente porterà con il passare degli anni fenomeni sempre più frequenti di piogge intense, il problema del rischio idrogeologico per l'abitato di Pisticci si pone con rinnovata forza e vigore.
Potremmo dire benissimo che questi sono fenomeni naturali, di fronte ai quali non si può che fare gli scongiuri, mettendoci l'anima in pace e pregando il Signore che non accada nulla.
Potremmo, se non fossimo una comunità cosciente, piena di forze vive, di competenze e memorie storiche.
Una comunità con questi indiscutibili punti di forza ha il diritto-dovere di richiedere con forza interventi alle istituzioni,con le sue forze politiche, culturali e intellettuali.
Ha il diritto-dovere di pretendere che l'abitato di Pisticci sia attenzionato adeguatamente dagli enti preposti, con inteventi mirati allo scopo di consolidare preventivamente le zone considerate più a rischio.
Baden Powell, il fondatore dello scoutismo, in una delle sue massime più famose sosteneva che, tutti noi, come cittadini abbiamo il dovere di "lasciare il mondo un po' migliore di come l'abbiamo trovato".
Ecco, politici, membri delle associazioni, intellettuali, cittadini, abbiamo tutti noi il dovere di "lasciare Pisticci un po' migliore di come l'abbiamo trovata".
Marco Losenno