Regionalizzazione differenziata. 'L'unica vittima sarebbe il sud'

In tema di autonomia regionale, la Giunta Bardi ha abdicato rinunciando a difendere le ragioni della Basilicata e rimettendosi alle decisioni del Governo centrale.

Del resto non potevamo aspettarci altro da un esecutivo a trazione leghista che, sin dagli anni novanta, ha creato il suo consenso demonizzando e depredando il Mezzogiorno.
In continuità con il passato, la politica si accanisce contro il Sud.
Prima il federalismo fiscale, poi la buona scuola del Governo Renzi, la statalizzazione delle risorse naturali volute ancora da Renzi e dal precedente Governo regionale che non impugnò gli articoli 36, 37 e 38 dell'allora decreto sblocca Italia. Ora l'autonomia differenziata con tanti poteri che passerebbero dallo Stato alle Regioni.
Si vuole sancire il principio che ogni Regione dovrà pagare i propri debiti e reinvestire sul territorio la propria ricchezza, dimenticando che negli anni è stato attuato un piano criminale contro il Sud culminato con la statalizzazione delle risorse naturali ed energetiche.
Le materie di cui alcune Regioni del Nord chiedono la competenza, sono circa venti.
La sanità, l'istruzione, la ricerca, la tutela ambientale, il commercio, l'alimentazione, il trasporto, ecc.
Lo Stato sarebbe esautorato dal ruolo di garante, lasciando le Regioni libere di gestire la propria ricchezza.
L'offerta formativa e il trattamento economico degli insegnanti, sarebbero definiti attraverso concorsi regionali che modificherebbero il sistema delle graduatorie e degli stipendi.
Un modo elegante per introdurre le gabbie salariali.
Eppure i risultati delle prove invalsi fotografano già un'Italia a due velocità a causa dei minori investimenti che da sempre hanno interessato il Sud.

Per il Meridione il trend è negativo ormai da anni e la regionalizzazione del sistema d'istruzione sarebbe il colpo di grazia.
E ancora, le Regioni potranno trattenere sul proprio territorio gli incassi Irpef, ma anche il residuo fiscale, ossia la differenza tra le tasse pagate su base regionale e i trasferimenti dello Stato.
Stessa cosa per l'offerta sanitaria e gli stipendi dei medici che saranno diversi a seconda dei territori. I migliori andranno via e saranno seguiti dai pazienti che migreranno in cerca di strutture e professionalità adeguate per farsi curare.
Siamo di fronte a un progetto dove, ancora una volta, l'unica vittima è il Sud.
L'estremo tentativo di smantellare lo Stato italiano.
Poi tutti indignati perché la Regione si spopola, i nostri ragazzi vanno via, il lavoro non c'è, i servizi mancano.
Non abbiamo bisogno di tanti Ponzio Pilato, di generali, capitani e corazzieri. Abbiamo bisogno di politici che difendano le ragioni di un Sud sempre più vessato, umiliato e depredato.
Italia in Comune Basilicata si farà promotrice di appuntamenti allo scopo di sensibilizzare la politica e i cittadini su questi argomenti che minano il futuro delle prossime generazioni nel Sud.

Rocco Caramuscio
Referente Italia in Comune Basilicata

comments