19Aprile2024

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La testimonianza di un Pisticcese a Lodi in piena emergenza covid-19

Quella che vi raccontiamo oggi è una storia che, in tempo di quarantena, può sembrare come tante le altre,ma in realtà racconta tutta la stranezza di questo periodo che passerà alla storia.

Protagonista di questo articolo è Claudio Tuzio, giovane pisticcese di 29, a Lodi per lavoro. Trovatosi in piena emergenza nella prima provincia a essere colpita in Italia lo scorso 20 febbraio, Claudio nei primi giorni dell'emergenza era incredulo. Tutto quello che nei mesi precedenti aveva visto e sentito distrattamente al tg e che sembrava avvenire in un posto "troppo lontano", ora stava succedendo proprio sotto casa sua . Quella del giovane pisticcese è stata una esperienza in prima linea perché, come ci spiega direttamente lui , "lavorando per una ditta che presta servizi cimiteriali, in questi mesi ho potuto vedere davvero tanto.Purtroppo i decessi sono stati e sono ancora oggi molti. Soprattutto nel mese di marzo, facevamo 15 -16 funerali al giorno.
Vedevo salme arrivare in cimitero con pochi parenti al massimo, o addirittura , arrivare sole, senza nessuno, perchè i familiari erano in quarantena in casa.
Ho visto figli abbracciare la bara della propria madre e quell'abbraccio sapeva tanto
di chi non aveva fatto abbastanza in quelle ultime ore.
Ho sentito testimonianze di parenti dei defunti, i quali dicevano di non aver potuto né vedere, né salutare per l'ultima volta il proprio caro, prima che quella bara venisse chiusa per sempre. Mi ha fatto sentire piccolo.
Ho sentito il pianto di una figlia, mentre "sceglieva" il posto in cui seppellire il proprio padre.

Mi ha fatto immaginare come tutte queste persone si siano sentite sole nei loro ultimi respiri.
Ho sentito sacerdoti promettere ai familiari dei defunti che appena tutto fosse tornato alla normalità, i loro cari avrebbe avuto la funzione religiosa che meritavano.
Ho visto e sentito tanto."
Uno dei momenti più duri per Tuzio è stata la fuga dei suoi conterranei. Un momento di grande confusione,in una situazione già confusa di per se.
" Ho capito che la situazione stava diventando grave", dice Claudio," quando il numero dei contagi e dei morti saliva vertiginosamente. Abitando nei pressi dell'Ospedale Maggiore di Lodi, il via vai di ambulanze e il suono delle sirene erano costanti. E nel frattempo gli ospedali erano pieni,iniziavano a scarseggiare i posti letto nelle terapie intensive. A tal proposito vorrei esprimere un mio parere riguardo alla situazione sanitaria del territorio pisticcese,alla quale tengo particolarmente. È fondamentale mettere a disposizione più posti letto possibili, ad esempio con l' eventuale riapertura dell'ospedale di Tinchi. Dico questo perché sappiamo benissimo che con l'avvento del Covid-19, purtroppo le altre patologie non si sono comunque fermate,ed è quindi importante avere a disposizione un'adeguata assistenza sanitaria su tutti i fronti".
Purtroppo infondere speranza e forza adesso sembra difficile, ma il messaggio che trapela da questa storia è quello di non arrendersi e di guardare al futuro, ma anche di non dimenticare mai quello che sta accadendo.

William Grieco