Ad un mese dalla scomparsa, un pensiero sull'On. Nicola Cataldo

Un mese fa veniva a mancare l’onorevole Nicola Cataldo. L’ho saputo soltanto dopo un po’ di tempo. In occasione della ricorrenza del primo mese dalla sua scomparsa, desidero esprimere un pensiero sulla sua figura.    
In uno degli incontri che avevo avuto con l’onorevole Cataldo riferii che mi legava a lui una coincidenza di periodo, io nascevo il 6 aprile 1952, lui veniva eletto Sindaco di Pisticci poco dopo,  il 28 maggio 1952. La mia storia a Pisticci è legata fino al 1977, dopo per lavoro mi sono trasferito a Milano, anche se è rimasta sempre viva la mia attenzione alla vita sociale e politica pisticcese.
Conoscevo l’onorevole Nicola Cataldo, soltanto per il suo grande impegno politico da sindaco, da parlamentare e avvocato. Ricordo bene il suo impegno degli anni ’70, lui in prima linea contro l’insediamento della Liquichimica, il tempo dopo ha dato ragione alla sua linea politica e a quella scelta che allora sembrava controcorrente visto le promesse di nuovi posti di lavoro nel nostro territorio.
Conoscevo la storia e l’impegno dell’onorevole Cataldo così avevo inserito il suo nome e un suo profilo nel mio libro “Dal Sud… al Nord” quale “Testimone esemplare” della nostra terra lucana insieme a Rocco Scotellaro, all’onorevole Emilio Colombo e altri illustri personaggi lucani.       
Ho avuto la gioia e il piacere di conoscere da vicino l’onorevole Nicola Cataldo alcuni anni fa, quando l’ho coinvolto nel progetto del libro sulla storia dell’ex Anic di Pisticci dove lui mi concesse un’intervista-testimonianza che ho inserito nel mio libro “Da Anic di Pisticci… a EniServizi di San Donato Milanese”. L’onorevole Nicola Cataldo, mi ha anche onorato di averlo tra gli oratori alla presentazione a Pisticci presso la Sala Consiliare del mio libro “Dal Sud… al Nord”, il 31 marzo 2007 e poi ancora il 4 aprile 2009 per la presentazione del libro “Da Anic di Pisticci… a EniServizi di San Donato Milanese”.  
Desidero finire questo pensiero sull’onorevole Cataldo non con le mie parole ma con uno stralcio della sua intervista- testimonianza:
“Caro Barbalinardo, non ho difficoltà a rispondere alle tue domande specificando che il movimento per le occupazioni delle terre degli anni ‘50, e quello dello sfruttamento in loco del metano scoperto in Val Basento, hanno avuto delle specificità in ordine alla partecipazione, alla posizione dei pubblici poteri nei confronti degli attori e partecipanti ai movimenti, ed in ordine ai risultati. Il movimento per le terre si era caratterizzato, in particolare, a Pisticci e nel Metapontino per l’affondo contro i terreni dei privati e non solo del demanio comunale com’era avvenuto fino ad allora soprattutto da parte di altri movimenti come quelli di Bruni o dei socialisti.
Pisticci partì con l’occupazione dei terreni con l’azienda agricola di San Basilio e del Metapontino con l’occupazione del bosco di Policoro del barone Berlingieri, simbolo autentico del latifondo.
Le autorità istituzionali in genere, le forze di polizia, si ponevano in contrasto e cercavano di ostacolare il movimento occupazionale, con direttive precise che venivano dalla prefettura di Matera, di controllare i dirigenti politici (esempio la senatrice Adele Bei, o Giorgio Amendola, comunisti) che, anche con la loro presenza in loco, sostenevano la battaglia che non era solo dei braccianti o contadini poveri, ma anche di artigiani che speravano di cambiare mestiere pur di avere un pezzo di terra.
Il movimento si concluse positivamente e, dobbiamo riconoscerlo, anche per merito della Democrazia Cristiana che se da una parte ostacolava il movimento di occupazione, sul piano governativo e parlamentare, dall’altra i due ministri meridionali, Segni e Colombo, elaborarono la riforma stralcio, e quindi legalizzarono l’occupazione.
L’incontro di due attività diverse, di protesta e di occupazione da una parte (comunisti, socialisti e senza partito) e quella parlamentare dall’altra, con l’iniziativa della DC e la partecipazione critica di comunisti e socialisti, e con la contrapposizione di pochi, portò alla creazione di migliaia di poderi della riforma agraria, e quindi il superamento dell’assetto proprietario: non più aziende latifondistiche, con malaria e molti terreni incolti e mal coltivati, ma migliaia di piccoli proprietari. Quindi unica e sola rivoluzione democratica realizzata in Italia.
Purtroppo i Governi che sono seguiti non hanno continuato sulla stessa strada, e quello che doveva essere uno stralcio, seguito da ulteriori espropriazioni, è rimasto definitivo.
Il movimento per lo sfruttamento del metano veniva guardato di buon occhio dai pubblici poteri non creava difficoltà agli organizzatori promotori e partecipi e trovò sbocco ulteriore in quella che era allora la politica Eni, ed anche del Governo che vedeva uno dei volani dello sviluppo del Mezzogiorno, nella chimica e nel polo chimico che si pensò di creare nella Valle del Basento”.
Anch’io, adesso a distanza, mi unisco al popolo pisticcese che ha reso omaggio alla limpida e nobile figura del grande politico pisticcese, impegnato per la sua gente e il suo territorio quale è stato l’onorevole Nicola Cataldo.

Antonio Barbalinardo

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