19Aprile2024

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Sentenza amianto. 'in Italia il Disastro Ambientale non è più reato'

Non vogliamo entrare nel merito delle motivazioni che hanno portato la Procura della Repubblica di Torino a scegliere il capo di imputazione “Disastro ambientale” che l’ETERNIT ha causato in Casale Monferrato e non solo; noi, semplici Cittadini, non capiamo come mai, una sentenza di primo grado e una sentenza di Corte di Appello che hanno visto protagonisti Procuratori della Repubblica e Giudici, possa essere annullata ed invalidata dai loro Colleghi della Corte di Cassazione nonostante l’orientamento indicato dalla stessa Corte di Cassazione in occasione di un altro Disastro industriale; Porto Marghera nel 2007.
Le sentenze precedenti di condanna si erano basate sulla natura permanente del reato di disastro ambientale doloso, perché le conseguenze di tale reato perdurano nel tempo e sono ancora oggi visibili (2 decessi in questi ultimi giorni).
La Corte di Cassazione invece ha considerato il disastro ambientale “Reato Istantaneo”, come se le conseguenze si fossero interrotte nel 1984 alla chiusura dello stabilimento ETERNIT. Il problema della prescrizione non si sarebbe dovuto prendere in considerazione.
Noi riteniamo che il compito della Corte di Cassazione dovrebbe essere anche quello di indicare soluzioni idonee a risolvere eventuali vuoti normativi, soprattutto, quando questi vuoti causano una divergenza nella interpretazione del Diritto e della Giustizia.
La Corte di Cassazione ha dato maggiore importanza alla formalità del diritto che all’articolo 32 della Costituzione che sancisce in maniera inequivocabile: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’Individuo e interesse della Collettività …..”.
A.I.E.A. VBA – doc. n. 87/2014– considerazioni alla sentenza Eternit emessa dalla Corte di Cassazione il 19/11/2014 pag. 2 di 2.
Noi pensiamo che tale norma Costituzionale avrebbe dovuto impegnare il Legislatore a promuovere idonee iniziative volte all’attuazione di un compiuto sistema della salute adeguato alle esigenze di una società in continuo mutamento ancor prima di pensare all’applicazione della parola prescrizione.
Ogni individuo, come cittadino, vanta nei confronti dello Stato un vero e proprio diritto soggettivo alla tutela della propria salute intesa non solo come bene personale, ma anche come bene dell’intera collettività che ha bisogno della salute di tutti i suoi componenti per meglio crescere, affermare i propri valori e prevenire i costi sociali (malessere individuale, costo terapeutico e decessi).
L’uso dei cancerogeni dell’epoca moderna, anche se crea molto profitto per i poteri forti, danneggia irrimediabilmente la salute dei lavoratori e dei cittadini anche a disprezzo della vita umana.
In questa fase di globalizzazione, i poteri forti riescono ad imporre i loro disegni con strategie, sistemi persuasivi e complicità dei Governi volutamente ignorando gli effetti maligni conseguenti la lavorazione e l’utilizzo di tali sostanze, rilevabili anche dopo decenni e dopo la chiusura degli stessi sistemi di produzione.
Con tale sentenza del 19 novembre 2014 la Corte di Cassazione ha sancito che “in Italia il disastro ambientale non è reato”.

Il direttivo di Aiea-Vba