19Aprile2024

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Ecco perchè l'Imu sui terreni è incostituzionale

Nella riunione tenuta presso la sala consiliare del Comune di Ferrandina martedì 17, organizzata dal movimento Tavolo Verde guidato dal professor Malvasi, erano presenti l’assessore all’agricoltura ed alle infrastrutture del comune di Ferrandina, il sindaco di Montalbano, i quali hanno invitato gli agricoltori e tutti i cittadini a partecipare alle prossime manifestazioni in programma a Matera lunedì 23 febbraio e sabato 7 marzo dinanzi la Prefettura per manifestare contro l’applicazione dell’i.m.u. sui terreni agricoli.
E’ emerso che questa è un’imposta comunale incostituzionale, poiché viola i principi di equità e di tassazione in quanto non considera l’ubicazione e la tipologia dei singoli terreni sui quali grava, prevedendo il pagamento solo sul reddito dominicale, senza considerare la “qualità” catastale degli stessi, pascolo oppure seminativo.
Tali principi sono stati violati dal ministero delle finanze disponendo l’applicazione della vecchia legge n. 991/1952 per identificare il grado di montanità dei Comuni, riferita alle Comunità Montane.
Ciò ha determinando che comuni come Tursi alto 210 m. s.l.m. siano considerato montano, quindi tutti i proprietari terrieri, iscritti e non alla previdenza agricola, sono esonerati dall’.i.m.u.; invece Gassano situato a 576 m. s.l.m. non è montano e quindi pagano tutti ma, Rotondella, sempre a 576 m. s.l.m., risulta montano, come Tursi.
E’ incostituzionale poiché è disposto da un decreto legge interministeriale emanato dai ministeri dell’economia e dell’agricoltura nonostante manchino i casi di straordinarietà ed urgenza previsti dall’art. 77 della Carta Costituzionale per l’emanazione di d. l. . E’ illegittima poiché prevede nel 2015 il pagamento dell’i.m.u. dovuta per il 2014, violando lo Statuto del Contribuente ex art. 3 l. 212/2000, il quale dispone che le disposizioni tributarie non possono prevedere adempimenti a carico dei contribuenti la cui scadenza sia fissata anteriormente a sessantesimo giorno dalla data delle loro entrata in vigore ed in ogni caso, di norma, le disposizioni tributarie non hanno effetto retroattivo. A ciò consegue che per tale imposta, non essendo prevista nel 2014, diversi comuni sono costretti ad applicare l’aliquota prevista dallo Stato pari allo 0,76 % non potendo, nel 2015, emanare una delibera per ridurre di tre punti l’aliquota riferita al 2014; i comuni in dissesto finanziario, sono stati costretti ad applicare l’aliquota massima del 10,60%.
Anche l’agenzia delle entrate ha emanato una circolare ufficiale disponendo che non sono previste multe e sanzioni per chi non paga oppure paga in maniera tardiva.
Dall’entrata di in vigore di tale norma ci saranno ripercussioni negative sui cittadini: sia per il pagamento della stessa che incide in maniera forte sulle casse delle aziende agricole già prosciugate da altri tributi quali i.n.p.s., consorzio di bonifica, i.r.pe.f., accise sul gasolio, i.v.a., ta.s.i., ecc., sia perchè a ciò consegue che i Comuni, non incassando tutti i proventi previsti per tale imposta, non potranno più fornire servizi ai cittadini, in quanto lo Stato vuole fortemente ridurre i fondi da versare agli enti locali e sia perché colpisce tutti gli agricoltori, in particolare quelli iscritti alla previdenza agricola che dovranno versare quest’ulteriore tributo avendo come unico reddito per il sostentamento dell’azienda e della propria famiglia solamente i pochi proventi dell’attività agricola. Di conseguenza, è da ritenersi violato anche l’art. 53 della Costituzione in base al quale tutti sono tenuti a concorrere alla spese pubblica in base alla capacità contributiva con criteri di progressività.
Nonostante tutto questo, anche la giustizia amministrativa, (a cui si sono rivolti diversi comuni italiani, ad oggi, nessuno della Basilicata), ci mette del suo, non disponendo la sospensiva dell’efficacia di tale decreto, rinviando tutti i ricorsi ad un'unica udienza pubblica di discussione del 17 giugno 2015.
Pertanto si chiede la forte partecipazione di tutti gli agricoltori, indipendentemente dal colore politico e dall’associazione di categoria d’appartenenza, alle prossime manifestazioni che si terranno a Matera dinanzi la Prefettura lunedì 23 febbraio e sabato 7 marzo per protestate e mantenere sempre attivo lo “stato d’agitazione permanente”.
Il comune di Montalbano J. sta organizzando degli autobus per il 7 marzo, sul sito del Comune sono riportate maggiori informazioni.

Massimo D. Vitelli