25Aprile2024

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Di Tari in peggio?

La questione TARI è l’epilogo prevedibile del locale e cattivo modo di approcciarsi alla politica. Due premesse: ricordo ancora la mia sorpresa quando venne annunciata la scesa in campo della civica FD. Una costola ribelle del PD locale formata in fretta e furia per contrastare, non il Centro-destra, autodistruttosi con l’esperienza non del tutto negativa del Mastro-Leone, ma lo stesso PD. Disegnato il veliero, prima ancor di realizzarlo e vararlo, via libera all’imbarco di chiunque senza badare a storie, idee, colori, compreso quelle dell’allora sindaco uscente, Leone, al quale, già in banchina, è bastato girare il capo e lo sguardo, forse. Ad un amico confidai, senza mezzi termini: ”Sono attaccati con lo sputo”. Programma copiato, linee programmatiche presentate appena un anno dopo la vittoria elettorale. Tempo fa, Il primo ad abbandonare maggioranza e consiglio è stato Leone, pochi giorni fa, Sassone ha smesso di ragionare sulla sua uscita dalla giunta. In mezzo le dimissioni per ragioni differenti degli assessori Laviola (defenestrato da fuoco amico), Taranto, D’Onofrio e Leone (Francesca), del presidente del Consiglio Fuina e del consigliere Esposito, capogruppo di FD. Il prossimo, spero, consiglio, sia De Sensi. Tranne l’ultimo (s)passionato consiglio, tutto è pura e noiosa cronaca attestante che il vascello dato a vedere quattro anni fa era un’instabile zattera tenuta insieme da lacci e laccioli riciclati tra i rifiuti della mille-e-mille-volte-solo-propagandata raccolta differenziata.

Ma – seconda premessa, corollario della prima – questo modo di preparare liste e cartelli elettorali del quale Pisticci è esempio da manuale, solo per pura logica, non può assolutamente produrre buona pratiche amministrative. Senza il tempo dedicato allo studio, all’analisi, al lavoro di strada, persino all’ozio meditativo non ci può essere il collante giusto per produrre idee, visioni, progetti e avere la forza di realizzarli. Esempio: il Dirupo. Non basta programmare, realizzare e, infine, propagandare la liberazione del rione dal vincolo, se l’approccio è quello, quasi indigeno, usato con la TARI: andare all’ultimo momento dal burocrate di turno e farsi risolvere, solo, il problema amministrativo. Mi spaventa il pensiero di cosa potrà succedere dato che nessun dibattito è stato concretamente avviato su questo argomento né c’è un seguito concreto in termini di azioni. E’ fondamentale, invece, capire quale sia adesso la visione sul rilancio del Dirupo e del centro storico. E più generale, la visione sul territorio, che doveva tradursi da molto tempo nella definizione delle sue linee urbanistiche: Il tema, invece, è stato tenuto volutamente in naftalina da questa amministrazione per non mostrare che il re era nudo. Senza mettere in campo forti azioni in grado di dare un senso concreto alla rimozione del trasferimento, la cara bolletta della definitiva distruzione del nostro malandato gioiellino urbanistico la pagherebbero le generazioni future.

E veniamo al dunque, la protesta popolare, che, come è stato già detto nelle pagine di questo giornale, ha certificato che il re era nudo, cioè la debolezza della maggioranza e, a mio parere, di tutta la politica pisticcese. È vero che chi adesso sta trattando, a mo’ di mercato, con un popolo al limite dell’inferocito, è chi ha la piena responsabilità dell’errore, ma non mi ricordo proteste eclatanti delle opposizioni che, non potendo andare oltre il voto contrario, avrebbero dovuto avviare una propaganda tale da scuotere il torpore della cittadinanza e renderla consapevole di cosa gli stava per capitare, magari spedendo ad un campione di cittadini un fac-simile di bolletta per far toccare con mano l’entità dei rincari. L’argomento è stato liquidato, invece, con un paio di comunicati stampa, cioè con un’azione superficiale quanto il lavoro dell’amministrazione sulla tanto discussa delibera Tari di settembre 2014. Adesso è del tutto inutile cavalcare la protesta e dire: “l’avevamo detto”. A chi, come, quando?

Infine va anche detto che è ancor più inutile lamentarsi sempre e protestare, quasi menar le mani, solo quando ti mettono le mani in tasca. Il voto può servire almeno ad evitare certi problemi, va consegnato nelle mani di chi, quantomeno, non si sveglia solo in periodi pre-elettorali,  per rimanere o rientrare ancora una volta nel giro di una politica che, così facendo, non può che essere connessa ad una dimensione di miseria e ristrettissime vedute.

Ritornando all’argomento, credo che i cittadini debbano poter coltivare l’aspettativa che chi amministra faccia il massimo nel loro interesse. In questo caso il massimo per applicare forme di risparmio in bolletta. E, se proprio non è possibile, almeno si ricambi con servizi adeguati, come la raccolta differenziata che, altrove diventa ormai prassi consolidata, mentre a Pisticci è affondata assieme alla zattera, mascherata da vascello. Il mare alto del governo presuppone altri mezzi, ben più affidabili. Nonostante le evidenti difficoltà di chi sta amministrando e l’epilogo decadente di un cartello elettorale che già non c’è più, si fatica a scorgere qualcosa di nuovo nell’orizzonte politico che di qui a meno di un anno ci porterà a nuove elezioni. Spero di sbagliare, almeno per non passare Di TARI, in peggio.

Michele Mario Viggiani