Gasdotto. Verri: 'Contenuti da comprendere. L'ambiente è la priorità'

“Questi progetti faraonici devono confrontarsi anche con le esigenze dei territori e con i problemi che già affliggono le comunità lucane”. Il sindaco del Movimento 5 Stelle di Pisticci, Viviana Verri ha così commentato la notizia secondo la quale un nuovo gasdotto, dopo quello comunemente chiamato Tap, potrebbe sbarcare in Italia e, segnatamente, nel Metapontino. Forse proprio a Pisticci.
“Apprendiamo dagli organi stampa nazionali – ha commentato il sindaco pentastellato di Pisticci - l’idea di realizzare un gasdotto sottomarino nel Mediterraneo, idea che, a quanto pare, coinvolgerà quattro stati tra Israele, Cipro, Grecia e Italia. Il gasdotto, di oltre duemila chilometri, dovrebbe collegare i giacimenti di gas naturale israeliani con i principali punti del Mediterraneo, tra cui la costa jonica lucana”.
Sul punto, Verri non ha manifestato dubbi: “Come Amministrazione comunale – ha infatti reso noto - seguiremo l’evolversi della situazione e, naturalmente, ci preoccuperemo di difendere l’ambiente, il nostro territorio e la salute dei cittadini da ogni forma di inquinamento e da interventi legati a forma di sviluppo ormai obsolete. Le nostre comunità, voglio ricordarlo ancora una volta, sono già pesantemente penalizzate da politiche scellerate sul greggio, per cui ci aspettiamo un coinvolgimento da parte degli organi nazionali per comprendere i contenuti, rischi e possibili effetti collaterali di un indotto che, come sta accadendo per il Tap in Salento, rischierebbe di rovinare la vocazione turistica e agricola della nostra splendida costa”.
Insomma, guardia alta e prudenza tenuto anche conto che, per il momento, di questo presunto progetto non è che si sappia molto.

Lo schema è quello classico: il Sud che fornisce energia al Nord. Adesso, però, secondo Felice Santarcangelo, leader di “No Scorie Trisaia”, il rischio è che il Meridione diventi “fornitore dell’Europa, visto il fallimento dell’energia nucleare francese. La nazione transalpina – ha ricordato Santarcangelo - ha chiuso 18 centrali nucleari, tra cui anche il reattore Epr di nuova generazione per problemi di sicurezza. Lo sfruttamento fossile della Basilicata, dei mari, l’approdo del Tap e del Poseidon sulle coste pugliesi, inquadrerebbe già l’area meridionale come probabile area di servitù energetica europea. Un tubo – ha ricordato il leader di No Scorie - non è solo un tubo che sradica ulivi e demolisce muretti a secco. E’ soprattutto gas. Che impatta di più e potrebbe essere trasformato in energia con le centrali a turbogas o essere stoccato in pozzi petroliferi dismessi. Gas rivendibile nel momento in cui i prezzi di mercato siano favorevoli”.

Per Santarcangelo non ci sono dubbi: “I pozzi petroliferi della Basilicata dismessi e i primi progetti di stoccaggio del gas in Valbasento, sono l’esempio della valorizzazione del gas da parte delle compagnie energetiche. Le centrali dismesse, da riconvertire o riprendere in vecchi progetti accantonati nel meridione o nella stessa Valbasento, non mancano”. A tutto questo, poi, si aggiungerebbe, appunto, l’idea del terzo gasdotto “che approderebbe in Italia, partendo da Israele, precisamente da un nuovo giacimento nel Mediterraneo. E’ il progetto Eastmed, che stavolta approderebbe in Basilicata, tra Pisticci e Metaponto. Con buona pace dell’ambiente, delle aree sismiche, delle economie locali e della salute dei cittadini”.
Ma non è tutto, perché, “anche le famose energie rinnovabili concentrate con l’eolico sull’appennino meridionale, e il solare nei campi a vantaggio di grosse società e con quasi zero ritorni per le collettività, stanno avendo un exploit in mancanza di leggi e piani regionali che regolano. Anche la produzione di energia rinnovabile, quindi, va canalizzata verso i consumatori del Nord attraverso la razionalizzazione delle reti elettriche esistenti”. Insomma, il Sud e la Basilicata si avvierebbero a diventare “hub energetico al servizio dell’Italia e/o anche dell’Europa”. E’ questa la principale preoccupazione di Santarcangelo. Da ultimo, “per razionalizzare e potenziare le reti, visto l’aumento dell’offerta energetica calabro-siciliana, Terna ha avviato tra Calabria e Basilicata una serie di progetti, oggetto di Via per nuovi elettrodi e la sistemazione di quelli esistenti. Amministrazioni e cittadini possono presentare osservazioni entro il 24 aprile”.

Piero Miolla
La Gazzetta del Mezzogiorno

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