20Aprile2024

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'Un passo avanti per Pisticci', le considerazioni dell'ex sindaco di Pisticci, Pasquale Bellitti

Le riflessioni di Pasquale Bellitti, già sindaco di Pisticci, in seguito al recente intervento di cinque giovani del territorio sintetizzato nella proposta 'Un passo avanti per Pisticci':

Qualcosa si muove. Leggere che un gruppo di giovani si ripiega a dipanare la complicata matassa della politica sul territorio, mi riconsegna il quasi dismesso ottimismo che ha sempre guidato il mio impegno sociale e politico. La sobrietà con la quale viene rivolto l'invito a una partecipazione attiva e solidale per l'unico vero obiettivo che deve muovere l'agire politico, cioè il bene comune, consegna a quanti, come me, hanno contribuito, direttamente o indirettamente e a vario titolo, alle dinamiche politiche e istituzionali delle nostre comunità, una straordinaria responsabilità: raccogliere la sfida e, con coraggio, contribuire a declinare il percorso per una nuova alba.
È tempo di invertire la tendenza imposta da una becera destra estrema, a trazione Salvini-Meloni, a chiudere le porte al confronto tra le varie diversità, generando settarismo, individualismo, odio, conflittualità ed esclusione sociale.
L'allarme è scattato e la politica nazionale comincia a prendere atto della necessità di un gioco di squadra utile, intanto, a riannodare relazioni virtuose con i cittadini. Utile anche a ricollocare opportunamente e autorevolmente il nostro Paese nei consessi internazionali, dai quali negli ultimi anni si è progressivamente distanziato, indugiando pericolosamente nella declinazione di un sovranismo di circostanza che non ha dato alcun contributo al superamento delle criticità ormai strutturali, che la grande crisi ha determinato anche in Italia. Ha semmai, contribuito ad imbarbarire l'agone politico con un'impronta anarchico-populista che ha determinato la definitiva delegittimazione delle istituzioni, alle cui regole e al cui linguaggio si sono sostituiti slogan e parole d'ordine che hanno scritto una delle pagine più buie dell'Italia post-fascista. Esacerbazione ed esasperazione dello scontro sociale, che ha trovato terreno di coltura e alimento nelle criticità che normalmente caratterizzano i momenti di grave crisi economica. La parola d'ordine, che potremmo racchiudere in "mortificare e bandire ogni forma di diversità", non ultima quella etnica, ha portato allo smantellamento del corpo sociale, che oggi necessita di essere ricostituito con interventi generali e di dettaglio che chiamano a corresponsabilità quanti hanno a cuore il futuro del nostro Paese.

Qualcosa si muove in campo nazionale, qualcosa si muove, e si dovrà muovere sempre più prepotentemente, anche in campo locale.
È necessario e indifferibile uno sforzo collettivo che, banditi gli appetiti personali e le guerre di posizionamento, punti a ricostruire il tessuto sociale su cui innestare una visione della politica che rimetta al centro il cittadino, con le sue ambasce, le legittime aspirazioni e le fisiologiche differenti necessità. Una politica che sappia parlare di futuro, declinando appropriatamente i temi del lavoro, dell'ambiente e dei diritti, dalla salute all'equità sociale.
Avanti, allora, perché, come dice il sindaco - poeta, "lungo il perire dei tempi l'alba è nuova, è nuova".