Centro Agricolo, vie intestate ad ex confinati alla presenza dei familiari
- Post 25 Aprile 2013
Mercoledì 24 marzo, nel giorno in cui la Basilicata è stata sconvolta dagli arresti di due assessori ed un consigliere regionali, a Centro Agricolo l'attualità ha ceduto per un attimo il passo alla storia, nel ricordo degli antifascisti che furono internati nella Colonia confinaria del regime. Alla vigilia del 25 Aprile, in cui ricorre il sessantottesimo anniversario della Liberazione della Nazione, pattuglie di scolaresche, sventolanti bandierine tricolori, hanno fatto da cornice alla cerimonia con cui l'Amministrazione comunale ha ufficializzato l'intestazione di vie del piccolo centro abitato ad alcuni fra i 1700 antifascisti che tra il 1939 e il 1943 transitarono nella colonia confinaria di Pisticci.
E' toccato al professor Giuseppe Coniglio, al tavolo dei relatori insieme alle istituzioni – il sindaco Vito Di Trani, il vicesindaco Domenico Albano e gli assessori Francesco D'Onofrio e Antonio Sassone - raccontare brevemente le loro storie, dopo aver annunciato che Centro Agricolo sarà oggetto di una prossima pubblicazione della casa editrice Mondadori. C'era il principe Andrea Filippo Doria Pamphilj, divenuto primo sindaco di Roma dopo la liberazione, mandato al confino per aver scritto una lettera in cui consigliava al re Vittorio Emanuele III di non assecondare il Duce. Faceva da chierichetto nelle messe clandestine celebrate dal sacerdote Francesco Maria Giua e alloggiava nella sacrestia della chiesetta costruita dagli stessi confinati. Tra evidenti crepe e muffe, forse oggi il piccolo edificio conserva ancora un affresco raffigurante l'Ultima cena, realizzato dal pittore Noradino Zapparoli, il quale decise di dare a Gesù il volto del Duce e agli apostoli quello dei membri del Gran Consiglio del Fascismo.
Il pittore Edoardo Chendi, invece, per mantenersi, dipingeva i ritratti delle pacchiane di Pisticci. Altri artisti furono mandati in quello che, dapprima, era stato concepito come campo di lavoro per addetti agli interventi di disboscamento e bonifica di Bosco Salice e poi, allo scoppio della guerra, fu trasformato in vero e proprio campo di concentramento. Tra questi, Pompeo Borra, poi divenuto direttore dell'Accademia di Belle Arti di Brera, e Achille Dal Lago, vicino agli insegnamenti del futurismo, che aveva il suo studio pittorico a Marconia, dove oggi ha sede l'associazione Cecam.
Pupillo di zio Voccoli, oltre che mascotte del campo, era il giovane Domenico Giannace, all'epoca carrettiere per l'impresa Pastore col compito di fare la spola tra Pisticci e Centro Agricolo. Il dirigente regionale dell'ANPPIA ha portato la sua testimonianza, aggiungendo dettagli importanti ad una storia le cui pagine sono ancora quasi tutte da sfogliare.
Tanti i nomi ricordati durante la cerimonia che, oltre alla sua valenza commemorativa, potrebbe avere interessanti sviluppi in futuro se si iniziasse a sviluppare un progetto di valorizzazione dal punto di vista turistico. La proposta di creare un Museo della Memoria, caldeggiata anche dal Presidente del Cseres, Pietro Simonetti, sembrerebbe andare in questa direzione.
Marika Iannuzziello
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