20Aprile2024

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Quando il Giro D’Italia arrivò a Marconia: tra le proteste vinse Freuler

Nella centenaria storia del Giro d’Italia, la classica ‘Corsa Rosa’ conosciuta in tutto il mondo, Marconia sarà ricordata come una delle sue tappe più controverse: era il 24 maggio 1984, quando la cittadina pisticcese ospitò il traguardo della settima tappa, con partenza da Foggia. 226 chilometri tra le strade appulo-lucane, percorse fino all’arrivo di Viale Ontario dai ciclisti e conclusasi, però, tra mille polemiche: il pomo della discordia, che portò i corridori ad inscenare una clamorosa protesta, fu proprio la galleria di Pomarico, ritenuta dai partecipanti eccessivamente pericolosa a causa della scarsa illuminazione, oltre ad una pericolosissima curva nelle immediate vicinanze, priva di adeguate segnalazioni.
La tappa, ideale per i velocisti visto il lungo rettilineo di Marconia, si concluse con una “parodia di volata”, come venne definita dal giornalista Mario Fossati, inviato per il quotidiano Repubblica: dopo l’attraversamento della galleria di Pomarico, infatti, i corridori si accordarono per inscenare una clamorosa protesta, paventando addirittura un attraversamento a piedi negli ultimi cento metri di gara. Ed effettivamente, all’arrivo a Marconia, il gruppo di ciclisti sostenne il tratto conclusivo ‘a passo di moviola’, proprio per contestare una scarsa attenzione alla sicurezza da parte degli organizzatori, protesta riuscita fino a pochi metri dal traguardo, quando improvvisamente lo svizzero Urs Freuler effettuò lo scatto decisivo verso la vittoria di tappa, seguito senza particolari ambizioni dal duo italiano Mantovani-Berto.
Al termine della gara, lo stesso vincitore sottolineò abbastanza ironicamente che era impensabile concludere la corsa a piedi, non trattandosi di una competizione podistica. L’improvviso scatto dell’elvetico Freuler, tuttavia, creò malcontento e forti frizioni tra i corridori poiché la sua decisione mandava a monte la protesta, peraltro molto contestata dai giudici di gara e poco condivisa dagli stessi organizzatori della ‘Corsa Rosa’.
Tra i partecipanti figurava anche il campionissimo Francesco Moser, recentemente protagonista di alcune manifestazioni sportive presso le strutture turistiche di Marina di Pisticci: il ciclista trentino sottolineò ai microfoni televisivi che, pur avendo visto la segnalazione della curva pericolosa, avendo appreso di una protesta unitaria dei suoi colleghi, decise di uniformarsi, affermando provocatoriamente che il vincitore della tappa, in condizioni normali, ‘al traguardo non sarebbe apparso’.
Lo stesso Sindaco di Pisticci Gaetano Michetti parlò senza mezze misure di tradimento dei corridori: “Abbiamo fatto sacrifici enormi per offrire il Giro d’Italia ad appassionati lucani che sono fuori dal circuito internazionale – si legge nell’archivio del giornale Repubblica – I campioni ci hanno, questa volta, tradito”.
Al termine di una 67° edizione appassionante, lo stesso Moser riuscì a conquistare la Maglia Rosa e a vincere il Giro d’Italia, mentre negli annali dell’amata corsa ciclistica resterà questo clamoroso episodio verificatosi a Marconia: una protesta unanime e un arrivo a piedi resi nulli dallo scatto improvviso di Freuler che, da perfetto svizzero, preferì rimanere neutrale.
La vittoria di Marconia, inoltre, contribuì alla conquista della maglia ciclamino da parte dell’elvetico, in virtù dei 178 punti racimolati nel corso delle ventidue tappe.

 

Andrea Cignarale

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