Don Antonio Di Leo e lo Sporting Soccer. Il bilancio del fondatore a 15 anni dal calcio d’inizio
- Post 22 Giugno 2015
Don Antonio, quindici anni fa nasceva lo Sporting Soccer. Cosa ti spinse ad iniziare questa strepitosa avventura?
Le avventure nascono perchè ognuno di noi ha una mentalità anche un po’ bambina e il Don Antonio che ha creato il primo Sporting Soccer era essenzialmente un bambino che voleva realizzare qualcosa attraverso la sua passione per il calcio. Con il trascorrere del tempo questa è diventata una specie di strumento per costruire un rapporto con i ragazzi di Marconia, soprattutto un modo per incontrarli in questi giorni del torneo ed avvicinarsi a quelli lontani non solo geograficamente, ma anche dalla fede. Lo Sporting Soccer è cresciuto parallelamente alla mia vocazione religiosa e quindi questa mia vocazione ha costituito la motivazione per continuare ad organizzare il torneo. Due sono i modi per incontrare i giovani qui a Marconia: c'è la scuola e c'è il gioco e noi con questo secondo mezzo puntiamo ad avvicinare quanti più giovani possibile e lasciare loro un messaggio che va al di là del torneo in sè e che riguarda la loro stessa vita.
C'è un'edizione che porti particolarmente nel tuo cuore?
Più che le edizioni, io porto nel mio cuore le straordinarie persone che hanno collaborato con me per far crescere il torneo. Ogni edizione ha avuto una storia particolare: siamo partiti dal campo di terra per poi spostarci al palazzetto. In seguito abbiamo disputato ben nove edizioni presso i campi di Luciano Taddei e proprio Luciano rientra tra quelle persone che in questi anni hanno dato tanto allo Sporting Soccer. Non posso dimenticare Pina Carbone, così come tutti gli altri ragazzi che in questi anni hanno collaborato con noi. Siamo partiti in due, io e Vito Pierro: poi, mano a mano che i ragazzi crescevano, il numero è lievitato ed è bellissimo poter condividere con tutti questi giovani una passione del genere.
Ti saresti mai aspettato un successo del genere per lo Sporting Soccer, torneo ormai radicato nel cuore della comunità di Pisticci e Marconia e che si sta affermando sempre più nel Metapontino?
Quanto è importante lo Sporting Soccer per Marconia?
Il nostro torneo rappresenta un piccolo tassello nella crescita umana del nostro paese perchè Marconia necessita di costruire un'identità propria e credo che noi abbiamo contribuito in questo. Tuttavia, Marconia, essendo figlia naturale di Pisticci, non deve mai dimenticare le proprie radici, ma allo stesso tempo è giusto che, come accade per un figlio rispetto ai genitori, abbia una propria identità non dimenticando il passato.
Qual è il tuo messaggio in vista dello Sporting Soccer 2015?
La mia speranza è che quest'anno ci siano più bambini: non è tanto difficile realizzare le categorie degli adulti, quanto quella dei più piccoli. Questo denuncia un certo grado di distrazione per i nostri bambini che non vogliono uscire di casa. Della mia infanzia ricordo che si aspettava l'estate per poter giocare fuori, mentre ora sembra che l'estate si aspetti per giocare meglio dentro. La cosa mi preoccupa davvero tanto e spero che in questa e nelle prossime edizioni ci sia un'inversione di tendenza. Un'altra speranza molto forte è che i ragazzi volenterosi del nostro territorio siano sempre più collaborativi nell'organizzazione del torneo e nel trasmettere la passione per questo evento. Solo se riusciremo a tramandarci questa passione vuol dire che avremo costruito qualcosa di importante per la comunità e non finalizzata solo per noi stessi.