28Marzo2024

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Incidenza tumori a Pisticci in crescita. Lo rivela una indagine dei medici di famiglia

Il 3,7 per cento dei pazienti monitorati che vivono nel comprensorio di Pisticci soffre di una patologia tumorale, con una linea di tendenza che è in preoccupante crescita, specie per talune tipologie di tumori come quelli al polmone e alla prostata, mentre decrescono quelli al seno e al colon retto.
Lo rivela un’indagine condotta da sette medici di famiglia del centro basentano, i quali hanno accettato la richiesta di collaborazione di Francesco Ferrara, medico di base di Marconia che ha voluto, attraverso il coinvolgimento dei propri colleghi, dare un elemento di certezza ai timori che, negli ultimi anni, si sono alimentati per la crescita esponenziale dei tumori nel territorio pisticcese. Il dato emerso è superiore rispetto sia alla media dei tumori della Basilicata che di quello generale del Sud Italia, e si attesta su quello del Centro e Nord Italia, dove il cancro colpisce di più.
Il report è stato presentato a Marconia, nell’auditorium dell’Itas “Cerabona”, nel corso di un incontro scientifico di informazione e di educazione sanitaria, dal titolo “Indagine sulla patologia tumorale a Pisticci”, cha ha avuto il patrocinio della Simg (Società Italiana di Medicina Generale). Moderato dal medico di famiglia e giornalista Filippo Mele, ha visto gli interventi di Maria Antonietta D’Onofrio, medico di famiglia, per il racconto di una piccola vita “Il sogno di Angelica” e “La voce del dolore”; Domenico Dell’Edera, responsabile di genetica medica dell’Azienda Sanitaria di Matera; Aldo D’Addurno, medico di famiglia, che ha relazionato sul tema ambiente e tumori, Michele Aieta, direttore del dipartimento onco-ematologico del Crob Basilicata, e lo stesso Ferrara, che ha presentato lo studio condotto. Alla discussione hanno altresì partecipato tutti i medici di famiglia che hanno svolto l’indagine, vale a dire, oltre ai già citati D’Addurno, Ferrara e D’Onofrio, anche Mauro Autera, Roberto Cammarota, Giuseppina Passarella e Maria Teresa Vitelli.
L’indagine, la cui elaborazione dati è stata curata dall’ingegnere Salvatore De Angelis, è stata effettuata nell’arco di tempo che va dal 2008 (ultimo anno in cui la Regione Basilicata ha aggiornato il registro tumori, prima del recente ripristino che ha portato all’accreditamento da parte di Aiom e Aircum), al luglio del 2015. 8.202 i pazienti esaminati (4.021 femmine, 4.181 maschi), rispetto ad una platea che, però, è di poco più del doppio: non tutti i medici di base di Pisticci, infatti, hanno deciso di collaborare e, dunque, si può anche ipotizzare che i malati di tumore siano molti più di quelli “certificati”. Insomma, una situazione certamente grave, che, senza essere frettolosi sulle cause delle patologie, conferma in ogni caso come il territorio di Pisticci, pur non essendo in regione quello con le percentuali più alte di persone colpite da queste problematiche, forse continui a scontare le conseguenze dell’inquinamento, vecchio e nuovo, dell’ambiente circostante, con tutte le conseguenze del caso.

“Il dato finale – ha spiegato Ferrara – fa emergere quanto sia preoccupante a Pisticci e dintorni la situazione delle patologie tumorali. Qui, infatti, l’incidenza è in crescita più che nel resto della regione: il dato è superiore rispetto a quello di tutto il meridione d’Italia”. Naturalmente, di qui a consacrarne le cause, il passo è eccessivo. “Assolutamente sì – ha confermato Ferrara – anche perché, se ci limitiamo al tumore al polmone che è quello in assoluto con la più alta percentuale di incremento, dai dati in nostro possesso possiamo dire che il 95 per cento dei malati lo ha contratto a causa del fumo. Per le altre patologie, invece, non abbiamo nulla di più dettagliato o certo: sappiamo solo che qui da noi ci si ammala, e anche tanto”. Questo esperimento potrà avere un seguito? “Io credo che debba averlo necessariamente, magari con il coinvolgimento di tutti i medici di base del comprensorio. L’ideale, in realtà, sarebbe coinvolgere i medici di tutti i centri lucani: così potremmo capire come stanno le cose realmente in Basilicata, senza attendere segnali dalle autorità regionali che in questi anni, oggettivamente, non hanno collaborato granché. E questo, per quanto mi riguarda, è un altro elemento da sottolineare”.
Insomma, sì ad una maggiore collaborazione tra medici lucani, no all’attesa (spesso vana) di un aiuto da parte del sistema politico regionale. Tornando all’indagine, Ferrara dopo aver ricordato che “è stata resa possibile grazie alla sensibilità e alla collaborazione dei miei sei colleghi”, ha sottolineato l’importanza della prevenzione primaria. “I tumori della mammella e del colon retto scendono di numero: questo dimostra che lo screening è fondamentale. In Basilicata, come è noto, ci sono ottime campagne di prevenzione che mostrano concreti segnali di successo. E’ questa la strada giusta da imboccare, unitamente a quella del monitoraggio continuo e costante, frutto della collaborazione tra medici. Voglio ringraziare – ha concluso Ferrara – l’ingegnere De Angelis, il cui lavoro è stato fondamentale per sviluppare i dati, i colleghi che hanno accettato di collaborare, e il dirigente scolastico dell’Itas di Marconia, Francesco Di Tursi, che ci ha messo a disposizione personale e strutture della sua scuola per la realizzazione del convegno”.

Piero Miolla
pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno