29Marzo2024

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Vivere il mare senza rischi. 'Diporto Sicuro' spiega le regole del soccorso e della nautica

Solo un’adeguata cultura del mare può permettere di affrontare le eventuali criticità ed emergenze che possono determinarsi in una uscita in barca sia sotto il profilo tecnico che sotto quello sanitario.
Con i numeri del settore nautico in crescita lungo la costa jonica, appare sempre più necessario fare attività di formazione affinché l’utenza possa essere adeguatamente preparata e conoscere il mondo del quale si appassiona anche per quelle che possono essere le sue criticità. Il diportista, in tal senso, è chiamato a sapere come affrontarle attuando i comportamenti giusti.
Mosso da questa missione, Vincenzo Pastore, presidente di F.I.S.A. (Federazione Italiana Salvamento Acquatico) Basilicata ha organizzato sabato scorso a Marinagri il primo incontro di ‘Diporto Sicuro’, una iniziativa in cui si è parlato di sicurezza, informazione e prevenzione degli incidenti in mare. Ai lavori hanno partecipato, oltre ad appassionati e tecnici del settore nautico, le classi dell’istituto d'istruzione superiore Enrico Fermi di Policoro, con particolare riferimento al settore tecnico trasporti e logistica, sempre attento ad argomenti che riguardano la navigazione e la sicurezza in mare.
Di prim’ordine il tavolo dei relatori. Oltre a Vincenzo Pastore, sono intervenuti il Comandante della sezione operativa della Capitaneria di Porto di Taranto, Roberto Carbonara, ed il comandante dell’ufficio locale marittimo di Policoro, Fabio Mitidieri; il direttore CdF IRC Basilicata Libero Mileti in qualità di medico rianimatore ed i fiduciari F.I.S.A. Puglia Luciano De Donno ed Eugenio Gentile.
Nei vari interventi è stata ribadita la necessità di conoscere le regole basilari del soccorso sin dalle più elementari informazioni, a partire, ad esempio, dal numero di emergenza in mare, il 1530, che riconduce direttamente alla Capitaneria di Porto. Il comandante Carbonara, in tal senso, ha ribadito l’importanza di “avere diportisti coscienti, in quanto il mare può riservare rischi e pericoli. Alla sempre maggiore diffusione del diporto nautico – ha spiegato Carbonara – corrisponde un incremento delle richieste di soccorso”. Per fronteggiarle, a volte, può essere sufficiente avere le dotazioni di sicurezza in regola, funzionanti e pronte all’uso. Carbonara ha ricordato che la Capitaneria di Porto ha competenze in materia di ricerca e soccorso in mare con mezzi navali ed aerei, di vigilanza sulla pesca professionale e sportiva e di controllo ambientale. Il presidente di F.I.S.A. Basilicata, Vincenzo Pastore, ha fatto notare come lo Jonio lucano sia in una posizione periferica in fatto di soccorsi e questo elemento, così come quello delle condizioni del mare, influisce su un fattore decisivo come il tempo. Una ragione in più per maturare la giusta “consapevolezza dei nostri limiti in mare, anche in considerazione del fatto che le mode, a volte, ci spingono oltre i limiti conoscitivi e dell’imbarcazione. Sullo scenario di un eventuale soccorso – ha spiegato Pastore – è facile che possa trovarsi per primo un diportista. Per questa ragione è importante che sia correttamente informato delle procedure da seguire. Consapevolezza e formazione sono elementi fondamentali per creare quegli indotti culturali in grado di non interrompere quella catena dell’emergenza che può essere fondamentale per salvare una vita. L’ignoranza, invece, genera panico, uno stato emotivo che può complicare ulteriormente ed inutilmente una situazione di criticità”. “Anche un massaggio cardiaco e una respirazione bocca a bocca – ha spiegato il dottor Mileti - sono operazioni alla portata di tutti se correttamente formati. Chi è preparato sa cosa fare e anche cosa non fare. Entrambi gli aspetti possono rivelarsi decisivi”.
“Diporto Sicuro” proseguirà adesso con altre attività di approfondimento grazie alla passione degli operatori F.I.S.A. Basilicata, che del salvamento hanno fatto una vera missione e che giustamente insistono sulla necessità di una adeguata maturazione culturale della comunità dei diportisti.

Roberto D'Alessandro