“Perché la piscina continua a rimanere chiusa?” La frase è di Nunzia Chiruzzi, dipendente di Adriatika Nuoto, la società che ha gestito la piscina, nonché mamma di Giulia Aliani, promettente nuotatrice di Marconia che proprio in quell’impianto si allenava quotidianamente.
Chiruzzi, che ha precisato di parlare anche come semplice cittadina, ha ricordato che “l’assessore allo Sport, Francesco Radesca, lo scorso 5 dicembre mi ha assicurato che, trascorsi 10 giorni da quella data, con o senza la riconsegna delle chiavi da parte della società di gestione, l’impianto sarebbe tornato nella disponibilità del Comune e, dunque, riaperto. Siamo al 7 gennaio e la piscina è chiusa. Perché?”
Chiruzzi, poi, ha precisato che in occasione della recente premiazione degli sportivi del comprensorio (tra i quali anche sua figlia) per i risultati conseguiti nel 2016, da parte dell’Amministrazione comunale guidata da Viviana Verri, “abbiamo affrontato il discorso in modo informale: mi è stato risposto che la questione è complessa ed in mano ai legali, senza, però, che mi siano state date precise risposte alle mie domande, poste anche per conto delle numerose persone che mi chiedono perché la piscina continua a rimanere chiusa e quando riaprirà”.
Come è noto, l’impianto, dopo la chiusura estiva non ha più riaperto. E questo, pur in presenza di una campagna pubblicitaria predisposta da Adriatika Nuoto, con tanto di cartellonistica contenente le date sia dell’avvio della campagna tesseramenti che della riapertura. Sullo sfondo, la querelle con l’Amministrazione comunale, proprietaria dell’impianto, sfociata nella precedente consiliatura, in un accertamento tecnico preventivo dinanzi al Tribunale di Matera, nel corso del quale il perito nominato dal Giudice ha ritenuto non sussistenti le condizioni minime di sicurezza dell’impianto per l’assenza del parcheggio. Mentre l’Amministrazione ha sostenuto di aver risolto la problematica (con una convenzione), intimando ad Adriatika Nuoto la risoluzione di alcuni problemi di ordinaria amministrazione, la piscina non ha più riaperto e continua a deperire.
La messa in mora da parte di Palazzo Giannantonio è stata solo l’ultimo atto ufficiale di una guerra che sembra continuare e, al momento, ha fatto tante vittime quanti sono i cittadini privati di una struttura che non ha eguali nel Metapontino e i suoi dipendenti.
Piero Miolla
pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno