Strade chiuse in provincia di Matera: un bollettino di guerra. E la situazione rischia di peggiorare

Millecinquecento chilometri di problemi. La rete stradale di competenza della Provincia di Matera risente delle ristrettezze economiche dell’ente, tanto che il presidente Francesco De Giacomo è pronto a chiudere altre arterie, dopo aver già preso questo provvedimento per alcune strade.
L’allarme è stato lanciato neanche 48 ore fa da via Ridola, con la richiesta al Governo di fare chiarezza sul destino delle Province proponendo di fermarsi e riflettere sul futuro di questi enti. Che, nel giro di tre anni, hanno dovuto sopportare tagli complessivi per 6 miliardi di euro; 1 nel 2015, 2 nel 2016 e, si prevede, 3 nell’anno in corso.
Ma quali sono, nel dettaglio, le strade impraticabili per gli automobilisti in Provincia di Matera? Va premesso che la rete stradale di pertinenza della Provincia di Matera è suddivisa in tre aree. Nella prima risultano interdette le provinciali Foreste di Tricarico; Tricarico-Boccanera; provinciale 209; quarto tronco; 96 versante Potenza e 176, nel tratto dal bivio di Pomarico alla stazione di Ferrandina. Sempre nell’area 1, inoltre, ci sono alcune arterie, definite “con problemi seri di tratti in frana e pavimentazione fortemente deteriorata”, che al momento sono a rischio chiusura. Si tratta delle provinciali 4, nel tratto da bivio Calle allo scalo di Garaguso/Grassano; 277 di Calle; provinciale del Molino di Grassano; 209, sia nel quarto che nel quinto tronco; bretella di Irsina; Timmari-Santa Chiara-Cozzo Carloni; provinciale delle Rondinelle; 271 Matera-Santeramo; Matera-Grassano; Messapica; provinciale 211, primo tronco; ex statale 7; ex statale 7 bretella di Miglionico; Matera-Gioia del Colle; Matera-Ginosa; Cassano Vecchia; strada provinciale dei centri rurali di Picciano e la 175, nel tratto dall’abitato di Matera fino al casello 90.
Nell’area 2, invece, sono chiuse al traffico le provinciali San Marco Venella, in agro di Bernalda; la 210, in agro di Colobraro, direzione Santarcangelo; la 211, Pomarico-Bernalda. A rischio chiusura sono le arterie provinciali denominate ex statale 104 Nova Siri-Rotondella-Valsinni; Valsinni-Noepoli (San Giorgio-Valsinni); 154, sia il primo tronco Colobraro-Tursi, con limite 1 7.5 tonnellate, che il secondo tronco Tursi-Ponte Masone-Statale Val d’Agri, con il ponte sul fiume Agri da verificare; Caprarico-Agri-Sinni in territorio di Tursi; Frascarossa; i tornanti della Pozzitello-Pisticci; Tursi-Policoro; Demanio campagnolo; Pizzica San Salvatore, a Bernalda; Idrovora di Policoro; Policoro-Tursi, in contrada Pane e Vino.
Infine, per la zona 3 sono a rischio la ex statale 176, nel tratto Basentana-Craco Peschiera; la provinciale 103 in agro di Stigliano; la Ferrandina-scalo Ferrandina e la 277, nel tratto da Grassano a Garaguso.
Un vero e proprio bollettino di guerra, dunque, quella che via Ridola ci ha fornito, a conferma che la situazione è a rischio collasso, anche per ciò che concerne l’edilizia scolastica e il personale.
Lo Stato decida: o le Province continuano ad esistere, e bisogna dotarle di adeguate risorse economiche, oppure si sopprimano. Questa situazione ibrida, infatti, danneggia i cittadini e rende la vita difficile agli amministratori.

Piero Miolla
pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno

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