19Aprile2024

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Nucleare: anche la Basilicata tra i siti candidati per lo stoccaggio delle scorie

C’è anche un’area di confine tra Basilicata e Puglia nell’elenco dei 52 siti indicati dalla Sogin per la costruzione del deposito di scorie nucleari. La Lucania, pertanto, torna fra le candidate all’allocazione del sito che suscitò la protesta dell’intera Regione, allorquando si decise di realizzarlo a Scanzano Jonico. Era il 2003 ed un moto di popolo scongiurò quella scelta determinando il rinvio della decisione.   
Nel frattempo la Sogin, la società controllata dal Governo per la gestione degli impianti nucleari, è stata commissariata, mentre sulla scelta dei criteri per l’individuazione dei siti si attendeva la costituzione di un’agenzia per la sicurezza nucleare che invece non è ancora stata creata.   
Suona strano, pertanto, che nel frattempo la Sogin abbia provveduto oggi ad emanare un elenco di località idonee allo stoccaggio delle scorie, anche se questa volta pare che la scelta non sarà imposta, ma “concordata” con le Regioni sulla base di un criterio semplice: il territorio che si prende i rifiuti nucleari avrà laute compensazioni attraverso incentivi economici. Considerate le crescenti difficoltà economiche delle Regioni, sempre più alle prese con ristrettezze di cassa frutto anche della riduzione dei trasferimenti statali, più che un iter concordato sembra quasi un’asta al contrario, dove a formulare l’offerta è il “venditore”.
Fatto è che, assieme ad un’area di confine tra Basilicata e Puglia, si fanno le ipotesi di Viterbese, Maremma, colline emiliane, alcune zone del Piacentino e del Monferrato.   
Le aree individuate sono di almeno 300 ettari. Il sito di stoccaggio da ospitare in quello che verrà scelto come deposito delle scorie sarà di superficie e non geologico, come proposto per Scanzano Jonico, dove il progetto prevedeva di utilizzare aree sotterranee sfruttando le caratteristiche isolanti del salgemma.    
In progetto, inoltre, la realizzazione di un parco tecnologico che potrà avere fino a 1000 ricercatori.
Immediate le reazioni delle istituzioni regionali dopo aver appreso la notizia.   
“Per evitare quella che sembra essere diventata una triste roulette russa sull’allocazione del deposito per le scorie nucleari attendiamo un’affermazione chiara da parte di chi ha la responsabilità di guidare questo Paese: che nulla verrà fatto senza la condivisione dei territori interessati”. Così il presidente della Regione Basilicata Vito de Filippo commenta la diffusione di notizie circa un elenco di 55 siti candidati ad ospitare il deposito. “La Basilicata – riprende De Filippo – ha già detto no con chiarezza e determinazione al tentativo di imporre il deposito a Scanzano Jonico fatto qualche anno fa ed è pronta a ripetere questa posizione in ogni circostanza, in ogni sede e con ogni mezzo. Ma la partita non può essere ridotta a un ‘morte tua vita mia’ che contrapponga i diversi territori in uno stillicidio di notizie che contrastano con le norme approvate. L’iter previsto dal governo, infatti, metteva la scelta dei siti a valle dell’aggiornamento dei criteri di selezioni da parte di una Agenzia per la sicurezza nucleare che ancora non esiste e delle risultanze di una valutazione ambientale strategica di cui ancora oggi non si ha notizia. Quindi, ogni ipotesi di scelta già fatta dalla Sogin sarebbe una forzatura al di fuori di ogni quadro normativo e chi ne dovesse essere autore avrebbe posto in essere una sospetta quanto incosciente fuga in avanti. Temi come questi vanno affrontati con chiarezza e condivisione, non con lacerazioni ed egoismo”.   
"Le notizie diffuse oggi – dice invece il vice Presidente del Consiglio regionale di Basilicata, Antonio Autilio (Idv) secondo le quali la Sogin, tra le 52 aree con le caratteristiche per ospitare il sito per le scorie radioattive, avrebbe individuato un’area di confine tra Puglia e Basilicata, devono riaccendere l’attenzione delle istituzioni e dell’intera società lucana sul rischio, mai del tutto superato, di una “Scanzano Jonico due”.
Ma il documento, stando a fonti governative, è solo un  punto di partenza, come spiega il sottosegretario allo sviluppo economico, Stefano Saia, ed i tempi di conclusione dell’iter sono lunghi.  "La Sogin ha fatto un ottimo lavoro - ha detto Saia - ma si tratta di una base di partenza per una decisione che non abbiamo ancora preso e non abbiamo intenzione di prendere oggi". I depositi, secondo Saia, "saranno un luogo vivo e non un cimitero. La Sogin ha fatto un buon lavoro che dovrà essere esaminato dall'agenzia e dovrà rispondere a una valutazione ambientale strategica" ha detto ancora Saia, che ha assicurato che la questione delle nomine per l'agenzia del nucleare sarà sul tavolo del presidente del consiglio subito dopo che sarà andato alla Camera mercoledì.