41 anni fa la frana che devastò il rione Croci

Uno dei più grandi disastri della Basilicata. La recente cerimonia per intitolare la sala consiliare al compianto avvocato Nicola Cataldo, pluri sindaco di Pisticci ed ex parlamentare del PCI, è stata anche l’occasione per ricordare  la tragedia che si consumò nella notte del 21 novembre di 41 anni fa, quando una grande frana cancellò in pochi minuti l’antico rione Croci.
Uno dei protagonisti di quelle ore fu appunto il sindaco dell'epoca Cataldo, che con il suo coraggioso, ma anche caparbio e responsabile intervento - coadiuvato dall'allora Capo dell'Ufficio Tecnico geom. Michele Motta, dal Comandante dei VV.UU. Cap. Rocco Silletti e dall'assistente geom. Peppe Coriglione, il vice sindaco Antonio Calciano e l’Assessore Mingo Bellini - fino a pochi minuti prima della tragedia si era prodigato rischiando di persona, per convincere i residenti restii ad abbandonare in fretta le case, dove erano nati e vissuti per una vita.
Cataldo, residente di quel rione, conosceva uno per uno le persone che non volevano andare via. Li supplicò e alla fine, solo pochi istanti prima che si verificasse la frana, riuscì a convincerli. Una vera e propria corsa contro il tempo che comunque si risolse nel modo sperato. Un vasto movimento franoso, con fronte di circa 4-500 metri, spazzò via tutto, segnando la fine di gran parte di quell'antico rione.
Le prime luci dell'alba mostrarono i resti di un disastro immane, con la scomparsa di un centinaio di case, danneggiandone più o meno altrettante, miracolosamente rimaste in piedi. Una  tragedia senza nessuna vittima. Una specie di miracolo (qualcuno si ricordò del "legno santo" per tanti anni il simbolo cristiano della zona).
I prodromi del disastro furono notati già da qualche settimana, con strani abbassamenti, crepe nelle strade e sui muri. La zona era stata monitorata dall'Ufficio Tecnico e del Civile di Matera, diretto dall'ing. Michele Leone, poi sindaco di Pisticci. Le piogge incessanti di quell'autunno piovoso, fecero il resto. I TG nazionali di quella domemica riportarono l'evento in prima pagina e quotidiani e settimanali dettero ampio spazio all’avvenimento. La maggior parte degli scampati usufruì di suoli edificatori e contributi per realizzare abitazioni a Marconia. Altri beneficiarono di alloggi popolari.
La zona colpita dalla frana ritornò a vivere dopo poco tempo,grazie all'impegno  della amministrazione Cataldo che con l'ing. Leone, dirigente tecnico regionale, diedero vita ad una collaborazione fattiva i cui frutti significarono la rinascita di tutta la zona martoriata con la realizzazione di consolidamenti, una villa comunale, moderni impianti sportivi, realizzazione di un vasto piazzale, dove più tardi con l'amministrazione Michetti trovò posto il campo di calcetto, oltre alla circonvallazione per il rione Dirupo e alla messa in sicurezza della restante parte dell'abitato, sfiorata dalla frana.

Michele Selvaggi

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