Tumori a Pisticci, don Giuseppe legge i nomi ogni mese
- Post 03 Giugno 2018
Nella chiesa di Cristo Re, don Ditolve una volta al mese ospita un parroco di fuori che officia con lui la messa e, dopo la funzione, parla ai cittadini nel corso di incontri, convegni ed iniziative sociali. Tutte incentrate sulla tutela dell’ambiente e della salute. L’ultimo in ordine di tempo è stato padre Alex Zanotelli, missionario comboniano, che a Pisticci ha parlato della risorsa acqua, facendo partire proprio da questa terra martoriata una sorta di nuovo laboratorio in difesa dell’acqua pubblica. Prima di lui, ospiti di don Ditolve erano stati don Maurizio Patriciello, il prete della “Terra dei Fuochi”, e, a ritroso, don Giacomo Panizza, sacerdote bresciano “prestato” alla Calabria, dove la ‘Ndrangheta lo tiene nel mirino, e il vescovo di Matera-Irsina, monsignor Giuseppe Caiazzo.
I 359 nomi fanno capire quanto drammatica sia la situazione in questa terra segnata dall’industrializzazione degli anni ‘60-70, quando le fabbriche arrivarono con tutto il loro mesto e illusorio messaggio di una nuova e più immediata emancipazione economica. Oggi, a 50 anni dall’industrializzazione, le fabbriche hanno lasciato solo una zona riconosciuta dallo Stato come meritevole di bonifica, il Sito d’interesse nazionale della Valbasento, tante cattedrali nel deserto e qualche azienda, peraltro spesso oggetto di contestazioni e opposizioni. Se davvero sia stata l’industrializzazione selvaggia la causa di tutte queste morti non si sa con certezza, ma, di sicuro, il forte sospetto c’è.
Piero Miolla
pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno
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