20Aprile2024

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La frana del Croci fa memoria. In quella notte funesta fu scongiurato il rischio di avere vittime

Quella mattina i TG e altri notiziari nazionali, riportarono in prima pagina l’avvenimento che si era verificato nella notte. Parliamo di uno dei più grandi disastri della Basilicata, che si consumò in pochi minuti di una notte piovosa, quando una grande frana cancellò l’antico rione Croci.
Era il 21 novembre del 1976. Per fortuna non furono registrate vittime e questo grazie al sindaco dell'epoca Nicola Cataldo, che con il suo coraggioso, ma anche caparbio e responsabile intervento - coadiuvato dall'allora Capo dell'Ufficio Tecnico geom. Michele Motta, dal Comandante dei VV.UU. Cap. Rocco Silletti e dall'assistente geom.Peppe Coriglione, il vice sindaco Antonio Calciano e l’Assessore Mingo Bellini - fino a pochi minuti prima della tragedia si prodigarono rischiando di persona, a convincere i residenti restii ad abbandonare in fretta le case, dove erano nati e vissuti per una vita.
Cataldo, residente di quel rione, conosceva uno per uno le persone che non volevano andare via. Li supplicarono e alla fine, solo pochi istanti prima che si verificasse la frana, si riuscì a convincerli. Una vera e propria corsa contro il tempo che comunque si risolse nel modo sperato. Un vasto movimento franoso dal fronte di circa 4-500 metri, spazzò via tutto, segnando la fine di gran parte di quell'antico rione.
Le prime luci dell'alba mostrarono i resti di un disastro immane. Centinaia di case erano scomparse e altre danneggiate, miracolosamente rimaste in piedi. Una tragedia senza nessuna vittima. Una specie di miracolo (qualcuno si ricordò del "legno santo" per tanti anni il simbolo cristiano della zona, ma anche della Madonna delle Grazie che si festeggiava a poca distanza proprio in quel giorno).
I segnali furono notati già da qualche tempo,con strani abbassamenti, crepe su strade e muri. La zona era stata monitorata dall'Ufficio Tecnico e dal Genio Civile di Matera, diretto dall'ing.Michele Leone, poi sindaco di Pisticci.
Le forti piogge di quell'autunno piovoso, fecero il resto. La maggior parte degli scampati usufruì di suoli edificatori e contributi per abitazioni a Marconia. Altri beneficiarono di alloggi popolari. La zona colpita dalla frana ritornò a vivere dopo poco tempo, grazie all'impegno della amministrazione Cataldo che con l'ing.Leone, dirigente tecnico regionale, diedero vita ad una collaborazione fattiva i cui frutti significarono la rinascita di tutta la zona martoriata con la realizzazione di consolidamenti, una villa comunale, moderni impianti sportivi, un vasto piazzale dove più tardi con l'amministrazione Michetti trovò posto il campo di calcetto, oltre alla strada per il rione Dirupo e alla messa in sicurezza della restante parte dell'abitato, sfiorata dalla frana.

Michele Selvaggi