29Marzo2024

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Quel 21 novembre 76 - la notte che spazzo' via il rione Croci

Doveva essere una tranquilla domenica di fine novembre con la celebrazione, come tutti gli anni, della festa della Madonna delle Grazie nella omonima cappella della Valle del Cavone.
Era il 21 novembre 1976 ed invece quella mattina i TG e i giornali radio nazionali, riportarono in prima pagina l’avvenimento che si era verificato qualche ora prima. Uno dei più grandi disastri della Basilicata, si era consumato nella notte piovosa in pochi minuti. Un vasto movimento franoso, aveva cancellato l’antico, storico rione Croci.
Un disastro, per fortuna senza vittime, e questo grazie all’impegno del sindaco dell'epoca Nicola Cataldo, che col suo coraggioso, caparbio e responsabile intervento - coadiuvato quella notte dall'allora Capo dell'Ufficio Tecnico geom. Michele Motta, dal Comandante dei VV.UU. Cap. Rocco Silletti e dall'assistente geom. Peppe Coriglione, il vice sindaco Antonio Calciano e l’Assessore Mingo Bellini – si era prodigato fino a pochi minuti prima della tragedia, rischiando di persona, per convincere i residenti restii ad abbandonare in fretta le case, dove erano nati e vissuti. Cataldo, residente di quel rione, conosceva uno per uno tutti. Li supplicò e alla fine, solo pochi istanti prima che si verificasse la frana, riuscì a convincerli.

Una vera e propria corsa contro il tempo che comunque si risolse nel modo sperato. Un vasto movimento franoso, dal fronte di circa 500 metri, spazzò via tutto, segnando la fine di gran parte di quell'antico rione. Spettacolo incredibile alle prime luci dell'alba che mostrarono i resti di un disastro immane. Centinaia di case scomparse, altre danneggiate e miracolosamente rimaste in piedi. Tragedia senza nessuna vittima. Una specie di miracolo (Qualcuno si ricordò del "legno santo" per tanti anni il simbolo cristiano della zona, ma anche della Madonna delle Grazie che si doveva festeggiare a poca distanza proprio quel giorno.
Evento preceduto già da alcuni giorni con strani segnali di abbassamenti, crepe su vie e muri. La zona era stata monitorata dall'Ufficio Tecnico e del Civile di Matera, diretto dall'ing. Michele Leone, poi sindaco di Pisticci. Le forti piogge di quell'autunno piovoso, fecero il resto. All’evento seguì una mobilitazione generale con tutte le forze politiche – maggioranza (PCI, PSI e CIVICA) e minoranze in consiglio (DC, MSI) impegnate a dare una mano all’Amministrazione Comunale, compreso l’intervento di associazioni varie e della Caritas Provinciale guidata da don Giovanni Mele, in un momento drammatico per la nostra comunità.
La maggior parte degli scampati, usufruì di suoli e contributi per abitazioni a Marconia. Altri beneficiarono di alloggi popolari. La zona colpita dalla frana, ritornò a vivere dopo poco tempo, grazie all'impegno  della amministrazione Cataldo che di concerto con l'ing. Leone, dirigente tecnico regionale, diedero vita ad una collaborazione fattiva ed operosa, i cui frutti significarono la rinascita di tutta la zona martoriata con la realizzazione di consolidamenti, una villa comunale, moderni impianti sportivi, un vasto piazzale dove più tardi con l'amministrazione Michetti trovò posto il campo di calcetto, il primo della zona, oltre alla circonvallazione per il rione Dirupo e alla messa in sicurezza della restante parte dell'abitato risparmiata dalla frana.

Michele Selvaggi</p>"