29Marzo2024

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Anche Pisticci rinuncia al caffè (ed a tanto altro). Ma per battere il virus occorre restare a casa

Tra le poche cose positive di questo particolare, grave momento, tra l’altro, c’è anche quello di poter ritornare a gustare i sapori di una volta. Per esempio, quello di sorseggiare il caffè preparato in casa, che sicuramente ha un sapore diverso da quello dei bar e, magari ti riporta indietro nel tempo, quando la mamma lo preparava e ce lo portava a letto. Un amarcord che magari ci ricorda alcune cose belle del passato spezzando i momenti di incubo che ci assalgono durante la giornata con un turbinio di cose da poter fare o maledettamente proibite in nome di questo – anche brutto a pronunciarlo - micidiale virus fantasma che si nasconde ovunque, senza farsi mai scorgere, pronto ad aggredire se non in guardia e attento al rispetto di alcune semplici regole.
A Napoli – riportava la stampa di ieri - tra l’altro, è stato chiuso lo storico bar “Gambrinus” di Piazza Plebiscito conosciuto in tutto il mondo, e sempre aperto anche durante il periodo bellico, e l’altro altrettanto famoso esercizio della città, la “Caffetteria” di Piazza dei Martiri ( chiusa per la prima volta dopo circa 40 anni di attività). Notizia che ha fatto “rumore” in una città come Napoli, dove la preparazione del caffè “è arte”, (come asseriva il grande Marotta) e che, suo malgrado, ha dovuto forzatamente rinunciare alla sua “tazzulella”, da sempre antidoto quotidiano a tutti i problemi che affliggono il suo popolo.
Da noi a Pisticci centro, senza far drammi, è toccato non vedere aperti e attivi i bar “ Cazzati” e “Malena” in via Pagano, il bar “Pisticci” di piazza Dei Caduti, quello di “Vladimiro” (già bar Amaro Lucano in piazza Umberto), l’altro di “Pasqualino Silletti”, “Castronuovo” e “Giorno e Notte” di Corso Margherita oltre al “Seventeen Bar” di “Ivano” in via Cammarelle, oltre ai “bar Laviola” in via Vespucci e quello di “Elisa Quinto” di P.zza G.Cesare, aperti solo come tabaccheria e ricevitoria.
Il popolo pisticcese, in questo particolare momento, salvo qualche immancabile eccezione, si dimostra tenace, disciplinato, attento e anche virtuoso se necessario. In linea di massima vengono rispettate le limitazioni imposte e in tanti escono solo per necessità, rispettando la distanza interpersonale di almeno un metro fuori e nei supermercati, dove la ressa dei giorni scorsi, dopo le provviste, è scemata di parecchio. Evidentemente questo popolo, come la maggior parte di quello tricolore, ha capito che in questo particolare momento è necessario combattere questo subdolo virus rimanendo uniti e con un motto semplice ed efficace: “ Chiusi in casa - Così ce la faremo”.

Michele Selvaggi