Nulla potrà essere come prima. Prossima stagione estiva compresa. Lo shock provocato dal Coronavirus, con tutte le conseguenze che ne sono derivate, non ferma comunque l’intenzione di ripartire con l’attuazione di quella che viene indicata come “fase 2”, programmata più o meno per la prima decade di maggio.
A questa sono legate misure strettamente necessarie, accompagnate - auspichiamo noi - più da raccomandazioni, che da imposizioni. Ormai siamo nella avanzata seconda metà di aprile e fra circa un mese, come da noi succede ormai da decenni, ma anche altrove, a fine maggio principi di giugno, parte la stagione balneare. Una stagione estiva, la prossima, diversa, anzi, completamente stravolta rispetto alle altre; una stagione senza precedenti e senza trascorsi punti di riferimento a cui aggrapparsi dopo i gravissimi problemi “ regalati” dal Covid 19 con il suo insorgere. Ma la stagione dovrà comunque ripartire e tutto fa pensare ad uno stravolgimento delle regole con le nuove che saranno dettate per l’occasione. Ancora non ci sono indicazioni, ma il ministro Franceschini ha tenuto ad assicurare che nel prossimo decreto si penserà soprattutto al turismo con interventi mirati nel settore. Settore, che interessa da vicino anche le nostre spiagge, quelle che vanno dai lidi del metapontino fino a Nova Siri e Rotondella, passando dai litoranei pisticcesi, di Scanzano e Policoro, con i tantissimi insediamenti turistici sparsi lungo una trentina di chilometri.
Tra le tante cose che sui comportamenti da seguire si sentono in giro, sempre che i contagi scendano in modo vistoso prima della estate, ce ne è uno che sicuramente non dovrebbe essere attuato: gli ombrelloni non saranno separati da pareti di plexiglas come qualcuno aveva avanzato.
L’ipotesi, che ridurrebbe gli angoli di spiaggia ad una specie di ghetto, con un incredibile effetto serra, è già stata scartata nei giorni scorsi dalla maggior parte degli operatori turistici nostrani. Una presa di posizione forte e legittima la loro, che avrà sicuramente il suo peso anche nelle altre scelte che saranno attuate. Ipotesi più reale di cui si parla, anche quella di un distanzimetro tra le varie postazioni degli ombrelloni, oltre a una equa distanza dei tavoli nei bar e ristoranti dei lidi e magari di file, simili a quelle imposte nei supermercati, per accedere ai servizi, con l’uso di mascherine solo nelle zone comuni.
Michele Selvaggi
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