Pista Mattei: il problema è la caratterizzazione

L’ostacolo principale alla completa ripresa dei lavori per l’aviosuperficie Mattei in Val Basento è costituito dalle disposizioni del Ministero dell’Ambiente, che in seguito al sequestro dei cantieri per presunti reati ambientali oggi archiviati, ha imposto una nuova caratterizzazione di alcune aree su cui sorge la pista che il Consorzio, tuttavia, ritiene di aver già caratterizzato prima dell’inizio dei lavori. E’ stato questo uno dei focus emersi nel corso dell’incontro “Infrastrutture e sviluppo: la pista Mattei” organizzato a Pisticci dalla Cna di Matera, presieduto dalla neo eletta Agata Mele e moderato dal vice presidente Pietro Lo Franco, alla presenza dell’assessore comunale, Michel Taranto, del commissario Asi, Gaetano Santarsia, del presidente di Lucana Fly, Angelo Minieri, del presidente di Lucania Turismo Doc, Francesco Garofalo, del presidente della Cciaa, Angelo Tortorelli e dell’assessore regionale alle infrastrutture, Rosa Gentile.
“Lo sblocco parziale dei cantieri – ha detto Santarsia – ci ha permesso di riprendere alcuni lavori su hangar, torre di controllo ed aerostazione, ma restano fermi quelli relativi alla pista, al suo nastro d’asfalto. Se non sarà risolto il problema della caratterizzazione non ne verremo fuori. C’è bisogno di un impegno della Regione Basilicata a mediare con il Ministero dell’Ambiente, perché diversamente toccherebbe spendere 1 milione e 700 mila euro in più, non facili da reperire”. Santarsia, inoltre, ha auspicato che l’aviosuperficie possa diventare aeroporto. “Il vero salto di qualità – ha spiegato – è l’allungamento della pista a 1800 metri”. Ma con le difficoltà relative al completamento dei lavori per il primo step, forse è prematuro guardare troppo oltre. D’altra parte una piccola struttura potrebbe funzionare “anche subito”, come preciserà il consigliere regionale Nicola Benedetto. “ In Basilicata – ha detto nel suo intervento – abbiamo bisogno di uno scalo di dimensione contenute che sia funzionale alla Val Basento ed alle attività industriali. L’aviosuperficie è alla nostra portata e può darci un ritorno economico che possa diventare valore aggiunto per questo territorio”. A far presto punta anche Angelo Minieri, presidente di Lucana Fly. “Per giugno – dice – possono entrare in funzione la stazione e l’hangar, ma va subito installato anche l’impianto carburanti”. La sua è una società di scopo partecipata al 90% dal Consorzio Industriale. Svolgerà ruolo di cuscinetto fra l’Asi ed i fruitori della struttura. In Lucana Fly partecipa anche la Camera di Commercio. “La nostra adesione – spiega il presidente Tortorelli – dimostra quanto importante riteniamo essere quest’opera per il territorio, nel quale, però, c’è anche una scuola di pensiero che non ritiene di dover investire su questa idea. Noi facciamo parte dell’altra scuola”.  Dei rapporti fra il turismo della costa jonica e la pista aeroportuale ha parlato Francesco Garofalo , presidente di Lucania Turismo Doc. Il suo è un messaggio preciso alla Regione “che deve credere nel progetto aeroporto, perché finora non ha fatto una scelta decisa. Invece occorrerebbe che patrimonializzasse Lucana Fly per consentirle di diventare operativa”. Ma affinché il progetto decolli c’è bisogno di maggiore entusiasmo e senso di appartenenza, a partire dalle istituzioni locali. “Il Comune di Pisticci – ricorda Minieri – non ha mai deciso di entrare in Lucana Fly”. “Stiamo valutando di farlo” ha replicato l’assessore Taranto, ricordando il recente insediamento della nuova amministrazione. Il concetto sarà ripreso nelle conclusioni dell’assessore Gentile. “Serve un impegno – ha detto – che sia indicativo della volontà dei Comuni della zona e dei privati ad investire. Occorre far comprendere quanto questo territorio tenga davvero alla pista, perché finora il fatto che l’aviosuperficie sia una priorità non si ravvisa da nessuna parte. Altrimenti i Comuni avrebbero già investito. Per la Regione, comunque, l’opera rientra fra le priorità nel sistema della mobilità in Basilicata. Oggi, tuttavia, non è semplice prendere impegni sulla tempistica. Ci troviamo di fronte ad una sentenza che formula delle prescrizioni e mi chiedo quali saranno i tempi della giustizia e se c’è l’opportunità di accelerare per la caratterizzazione che non credo arriverà a costare 1 milione e 700 mila euro. Nel frattempo, però, si può fare qualcosa, in termini di programmazione delle strutture di gestione e di conclusione degli iter autorizzativi in capo ai Comuni, per non farsi trovare impreparati quando i cantieri saranno sbloccati in via definitiva”. Anche per queste premesse conviene procedere per step “e chiudere la partita relativa all’aviosuperficie per poi pensare ad un progetto più vasto”.

Roberto D'Alessandro

Il Quotidiano della Basilicata

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